Il 1° agosto scorso alla galleria d'arte Gipsoteca di Possagno (Veneto) un turista austriaco eludendo la sorveglianza, si è seduto sulla scultura in gesso la "Paolina Borghese" di Antonio Canova con l'intento di scattare un selfie con essa, ma nella fretta di rialzarsi è scivolato e ha danneggiato gravemente la scultura spezzandone alcune dita dei piedi. Il 4 agosto si è autodenunciato ai Carabinieri della stazione di Piave del Grappa (Treviso).
Il turista, dopo aver danneggiato l'opera, non pensando di essere stato scoperto, ha deciso di defilarsi; ad inchiodarlo però, ci hanno pensato le telecamere di sorveglianza che hanno ripreso tutto l'accaduto.
Grazie a esse, infatti, gli operatori del Museo, in pochi minuti, sono riusciti a individuare il danno e il colpevole. Subito dopo hanno denunciato l'accaduto alle forze dell'ordine, le quali nell'immediato si sono messe sulle tracce dell'uomo. Il turista qualche giorno dopo, inaspettatamente, sentendosi colpevole per l'accaduto, si è auto consegnato alle forze dell'ordine e ha scritto inoltre una lettera di scuse rivolte al Museo e alla Fondazione Antonio Canova. "Durante la visita mi sono seduto sulla statua, senza però accorgermi del danno che evidentemente ho causato. Vi chiedo informazioni sui passi che sono necessari da parte mia in questa situazione per me molto spiacevole e per la quale, in primo luogo, mi scuso in tutti i modi [..]”, dice il 50enne turista austriaco nella sua lettera.
Il critico d'arte Vittorio Sgarbi sulla vicenda
A denunciare il fatto tramite i social è stato il critico d'arte Vittorio Sgarbi, nonché presidente della Fondazione Antonio Canova. Ha parlato dell'evento come di un reale "oltraggio" e sul suo profilo Facebook racconta: "Dopo la riapertura dei musei e tra questi il Museo Gipsoteca di Possagno, si registra un evento clamoroso, che non viene da visitatori italiani né da extracomunitari, ma da un incosciente turista austriaco".
Sgarbi, infuriato, chiedeva "chiarezza e vigore" alle forze dell'ordine e alla magistratura, affinché riuscissero a individuare il "vandalo" e a non lasciarlo impunito prima del suo rientro in patria. "Lo Sfregio a Canova è inaccettabile" concludeva il critico d'arte. Successivamente, pochi giorni dopo le sue dichiarazioni, arrivava la lettera di scuse del turista: “Vorrei autodenunciarmi, dopo che oggi ho letto dell’incidente sui giornali austriaci e mi è subito stato chiaro che dovevo mettermi in contatto.
Io rimango a completa disposizione, è stato un comportamento irresponsabile da parte mia [..]". Sgarbi, in seguito a quanto letto dice di apprezzare il senso civico di questo cittadino e prende atto delle sue "parole di imbarazzo" per quanto accaduto.
Luca Zaia interviene sull'accaduto a nome della comunità veneta
Anche il Governatore della regione Veneto, Luca Zaia, interviene e si vede soddisfatto per l'evolversi della vicenda. Il turista austriaco, secondo la ricostruzione, al momento dei fatti si trovava insieme ad una comitiva e, nel rispetto delle norme anti-coronavirus sul distanziamento sociale, aveva prenotato regolarmente la visita alla Gipsoteca attraverso accredito, inviato via email al museo.
"Adesso però la giustizia deve fare il suo corso - commenta il governatore - non bastano delle semplici scuse, chi ha danneggiato la statua di Canova sia consapevole della gravità del proprio indescrivibile gesto e del fatto che deve pagare". Zaia conclude spiegando che non si tratta di un danno provocato solo ad un capolavoro d'arte, ma "all'intera comunità veneta della quale l'opera di Canova è magnifica espressione".
La 'Paolina Borghese' di Antonio Canova
La "Paolina Borghese" è una scultura in marmo che rappresenta una figura femminile senza vesti. È stata portata a termine da Antonio Canova (Possagno 1757- Venezia 1822) nel 1908 ed è ancora oggi esposta alla Galleria Borghese di Roma. Fu commissionata all'artista dal conte Camillo Borghese, il quale, per onorare il proprio matrimonio, volle far rappresentare in tutta la sua bellezza, la moglie Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone I.
Rappresentata come la venere vincitrice, la "Paolina Borghese", scosse l'opinione pubblica e diede il via a pettegolezzi di corte. Infatti, una volta visionata l'opera, molte persone si chiesero se L'"Altezza Imperiale", titolo attribuito a Paolina dopo che Napoleone si autoproclamò imperatore a Notre-Dame, avesse davvero posato nuda per lo scultore. Paolina rispose prontamente alle critiche, sottolineando che la stanza in cui posò era "ben riscaldata" e precisando malevola, che Canova "non era un vero uomo". La ricostruzione in gesso dell'opera, fatta dello stesso Canova, è situata a Possagno (Treviso), città natale dell'artista.
La Gipsoteca di Possagno
Antonio Canova è ritenuto uno dei massimi esponenti del Neoclassicismo in scultura.
Il museo include parte della casa dell'artista e lì sono conservati bozzetti in terracotta e marmi, ma sopratutto opere in gesso. Il significato letterale di Gipsoteca è "raccolta dei gessi". L'opera la "Paolina Borghese" è conservata lì dal 1829, ma il 1 agosto non ha resistito allo scontro con la tecnologia ed è stata brutalmente danneggiata in nome di una foto ricordo. La vicenda, oltre a destare scalpore, ha messo in risalto una notevole falla nei sistemi di sicurezza, i quali, nella loro quasi totale mancanza, hanno consentito ad un qualsiasi turista di sedersi su un opera d'arte. Lo storico d'arte Philippe Daverio commenta la vicenda: "L'unica soluzione di tutela è installare dei sensori anti avvicinamento". Nella sala centrale della Gipsoteca mancano i sensori e la custodia fissa.