L’Unione degli Istriani ha rivelato sulla propria pagina Facebook della scoperta dei resti di 250 persone, uccise e poi gettate in una foiba nell’altopiano carsico del Kočevski Rog in Slovenia, nei pressi di un vecchio ospedale partigiano. Tra le salme ritrovate e recuperate dagli speleologi ci sarebbero quelle di almeno un centinaio di ragazzi, che all’epoca della loro esecuzione avevano un’età tra i 15 e i 17 anni. Inoltre le analisi preliminari sulle spoglie hanno dimostrato come anche cinque donne sarebbero state uccise in quell’occasione.
I risultati della spedizione sono stati illustrati ai giornalisti dallo storico Jože Dežman, che presiede la Commissione dello Stato per l’individuazione delle fosse comuni.
Gli esperti si sono dovuti calare nella foiba per ben 68 volte in tre giorni, effettuando in totale 91 sollevamenti con 137 carichi, per poter recuperare le 250 salme, quasi tutte di civili di giovane età, oltre agli effetti personali delle vittime.
Nella foiba sono stati trovati anche gli effetti personali delle vittime
L'archeologo Uroš Košir, coordinatore delle operazioni di recupero, ha elencato i tanti oggetti riportati alla luce insieme ai resti umani: immagini sacre, un rosario, pettini, specchi, cucchiai e tanti bottoni, circa 400. Il giorno dell'eccidio centinaia di giovani furono trascinati sull’orlo della Foiba e lì massacrati a colpi di fucile: in molti caddero nel vuoto già privi di vita, gli altri rimasero agonizzanti nella cavità ad attendere la fine.
Da tempo i sopravvissuti ai massacri del maresciallo Tito raccontavano ciò che era accaduto in quelle zone; ma adesso i corpi delle vittime sono una prova concreta della strage compiuta sul Kočevski Rog. Košir ha aggiunto che nella voragine e sui bordi esterni sono state ritrovate grandi quantità di munizioni, a dimostrare come le esecuzioni fossero state eseguite lì sul posto.
Inoltre l’analisi sui resti ha chiarito come quei giovani fossero stati uccisi con dei fucili automatici. Infine le spoglie erano coperte di rocce e detriti, anche se alcuni corpi erano al di sopra di questo strato: con ogni probabilità si tratta dei prigionieri incaricati di nascondere le tracce del massacro, che – una volta terminato il loro lavoro – subirono la stessa sorte delle altre vittime.
La spedizione che ha portato a scoprire i corpi nella foiba
Lo speleologo Zdravko Bučar ha chiarito che i lavori di scavo all'interno della cavità naturale, profonda 14 metri, sono stati autorizzati lo scorso maggio, dalla Commissione statale che si occupa delle stragi compiute all’epoca di Tito. Ai primi di luglio gli esperti sono potuti discendere nella Foiba, che si trova nell’area tra Veliki Rog e Stari žag, nei pressi di un vecchio ospedale partigiano, scoprendo per la prima volta le tracce di quanto sarebbe accaduto nel 1945, forse in un’unica notte.
Pavel Jamnik, il responsabile della polizia che si occupa del caso, ha spiegato che, analizzando i vari dati e le testimonianze sull’attività dei partigiani in quella zona, è stato possibile attribuire la responsabilità della strage all’Ozna, la polizia segreta jugoslava.
In particolare l’eccidio sarebbe stato compiuto dagli uomini del suo braccio operativo, il Knoj, ossia il Corpo di difesa popolare della Jugoslavia, costituito per garantire la sicurezza interna nei territori "liberati" nel corso della seconda guerra mondiale.
Del resto il giovane storico italiano William Klinger nella sua recente opera “Ozna, il terrore del popolo” ha indicato proprio nella zona della voragine il luogo di un feroce massacro da parte dei fedelissimi di Tito.
Difficile risalire all’identità delle vittime dell’eccidio, ritrovate nella foiba
Se è stato possibile attribuire all’Ozna la responsabilità della strage, sembra più arduo riuscire ad identificare le 250 persone uccise a Kočevski Rog.
Come in molti altri casi di gente uccisa e poi gettata in una foiba, parecchie delle vittime di questo eccidio resteranno per sempre ignote.