Nuova importante scoperta storico-scientifica in Egitto, a Saqqara, dove sono stati rinvenuti 27 sarcofagi con più di 2.500 anni ritrovati intatti all’interno di un pozzo in un sito sacro della città egizia. La scoperta è ritenuta dagli addetti del settore una delle più grandi nel suo genere. Le fotografie pubblicate mostrano bare di legno ben conservate e dipinte con colori vivaci e altri piccoli manufatti.

I dettagli

Il ritrovamento è avvenuto a circa 30 chilometri dalla capitale egiziana, nella zona dell’Alto Egitto. Il primo rinvenimento risale all’inizio di Settembre quando gli archeologi trovarono 13 sarcofagi a cui vanno aggiunti i restanti 14 che sono stati ritrovati di recente.

Il ministro delle Antichità egiziano Khaled Al-Anani ha ritardato l’annuncio del ritrovamento fino a quando non ha potuto vedere il sito di persona e senza mancare di ringraziare il personale per il duro lavoro svolto: sembra, infatti, che gli archeologi e un team di esperti abbiano lavorato in condizioni difficili all’interno di un tunnel profondo 11 metri per diversi mesi, prima di imbattersi in questo ritrovamento unico nel suo genere.

Quello che stupisce maggiormente è il grado di conservazione di quanto ritrovato: sulle bare di legno sembra, infatti, siano ancora presenti tracce di colore molto vivace dei dipinti decorativi che venivano realizzati poco prima delle cerimonie funebri. Nel corso dei secoli questo sito archeologico ha subito vari saccheggi da parte di sciacalli, ma per fortuna, il materiale riportato alla luce era ancora intatto e sigillato.

La speranza dunque è che adesso si possano trarre informazioni ancora più precise sulle usanze di questa antica civiltà, una prospettiva affascinante e che potrebbe dare ulteriore slancio e vitalità al turismo in Egitto, dove dal 1° settembre hanno riaperto musei e siti archeologici dopo la lunga chiusura dovuta alla pandemia del coronavirus.

La storia

Saqqara è una città dalle mille sorprese, spesso visitata dagli amanti della storia. Per circa 500 anni fu la capitale dell’Antico Egitto. Qui, per 3000 anni, si concentrarono la maggior parte delle sepolture, pertanto è un sito ricco di sarcofagi che probabilmente non vedranno mai la luce. La città sede del ritrovamento è inscritta all’interno del patrimonio dell’UNESCO, vista la presenza di numerosi monumenti millenari.

Qui, infatti, si trova, anche la piramide del faraone Djoser, prima struttura di cemento completa esistente al mondo e la più antica piramide a gradoni di tutto l’Egitto, riaperta dopo un lungo restauro nel marzo del 2020.