Il processo sull'omicidio di Marco Vannini va avanti. La difesa di Antonio Ciontoli, rappresentata dagli avvocati Pietro Messina e Andrea Miroli, ha presentato un'arringa dinanzi alla corte d'assise d'appello. In tale occasione, i legali hanno dichiarato a favore del loro assistito: "Antonio Ciontoli non ha mai voluto la morte di Marco Vannini". A detta degli avvocati, il militare avrebbe cercato di nascondere lo sparo ai danni del ragazzo per paura di avere ripercussioni dal punto di vista professionale.
Marco Vannini morì il 18 maggio 2015 presso la villetta della famiglia Ciontoli a Ladispoli (Roma).
In particolare, l'avvocato Miroli ha approfondito l'argomento, spiegando perché Antonio Ciontoli avrebbe agito in modo da occultare lo sparo. Secondo il legale, per capire il comportamento di Ciontoli bisognerebbe nei panni del militare, il quale avrebbe creduto che la ferita del genero fosse al braccio. In poche parole, a detta di Miroli, il suo assistito non avrebbe compreso la gravità della situazione. Antonio Cintoli è padre di Martina, al tempo fidanzata di Marco.
Marco Vannini: chiesti 14 anni per Antonio Ciontoli
Ricordiamo come nel corso della scorsa udienza, il sostituto pg Vincenzo Saveriano avesse chiesto per Antonio Ciontoli una condanna di 14 anni con l'accusa di omicidio volontario.
Medesima richiesta anche nei confronti dei familiari del militare. L'arringa dell'avvocato Andrea Miroli è durata due ore e mezza circa. Ha rimarcato un particolare che farebbe capire come mai nessuno si fosse accorto della gravità delle condizioni fisiche di Marco Vannini: la mancanza di sangue. Questo, nonostante il 20enne avesse sofferto di un'emorragia interna che gli fece perdere 1,5 litri.
Antonio Ciontoli si sarebbe messo d'accordo con i familiari
Il Corriere della sera ha definito "una montagna in salita" la strada che ha percorso l'avvocato Andrea Miroli, dopo che nella scorsa udienza il pg ha affermato come, al suo tempo, Antonio Ciontoli si sarebbe messo d'accordo con la sua famiglia circa le parole da dire per nascondere le dinamiche della tragedia.
Antonio avrebbe, infatti, indotto i suoi figli Federico e Martina e sua moglie Maria Pezzillo ad accettare la morte del ragazzo. Tuttavia, l'avvocato Miroli ha cercato di smontare questa versione, facendo notare come fosse stato lo stesso Federico a raccontare alla famiglia di Marco cosa era accaduto a quest'ultimo. Il legale di Ciontoli ha terminato la sua arringa, affermando che lo sparo al braccio va a escludere l'omicidio volontario. A detta di Miroli, se Antonio dovrà essere condannato, il reato da riconoscergli dovrebbe essere quello di omicidio colposo, mentre i suoi familiari andrebbero assolti.