Brutto episodio a Napoli nel quartiere turistico di Mergellina. La comunità napoletana è scossa dopo il suicidio di un bambino di 11 anni. Il ragazzino si è tolto la vita intorno alla mezzanotte di ieri sera, quando uscendo fuori al suo balcone al decimo piano di via Mergellina, si è lanciato nel vuoto. Come riportato da numerosi quotidiani, i genitori del bambino dopo il ritrovamento di un biglietto, avevano subito allertato i sanitari ma l'intervento tempestivo dell'ambulanza del 118 non ce l'ha fatta a salvare la vita allo sfortunato bambino, e l'unica cosa possibile è stata quella di constatarne l'assurdo decesso.
Possibile istigazione al suicidio
La squadra mobile napoletana starebbe indagando su una presunta istigazione al suicidio. Le indagini delle forze armate partenopee puntano a confermare o escludere che il movente del suicidio del bambino sia legato al fenomeno del cyberbullismo. Ciò in quanto il gesto potrebbe essere stato "consigliato" tramite i social network. Numerose sono state le segnazioni alla Polizia Postale per alcune "sfide" divulgate sulle maggiori piattaforme come Facebook, Instagram, Tik Tok, in cui gli autori spingerebbero i ragazzini a superare alcune prove di forza. Il tutto fino a sfociare in puri gesti di autolesionismo. Il tablet e il cellulare del bambino sono stati posti sotto sequestro al fine di cercare e analizzare messaggi o contenuti analoghi che possano essere legati in qualche modo alla decisione del ragazzino di togliersi la vita.
L'inquietante messaggio lasciato ai genitori
Il ragazzino avrebbe lasciato anche un bigliettino sul quale chiedeva scusa alla mamma per il gesto. Il messaggio faceva riferimento a un forte senso di inquietudine vissuto nei suoi ultimi giorni di vita. L'inquietante "rivelazione" descriveva anche una sorta di uomo nero, con questo oscuro messaggio comparso sulle colonne del quotidiano napoletano: "Vi amo, ho un uomo incappucciato davanti, non ho tempo".
Le forze dell'ordine della città in seguito non hanno escluso che si possa esser trattato dei cosiddetti "challenge dell'orrore" di tipo "blue whale". Ovvero la cosiddetta sfida della morte che negli ultimi tempi continua ad aleggiare nella rete. Gli investigatori, inoltre, non escludono che dietro alla decisione del bambino napoletano possa essere coinvolta anche un'altra persona dall'esterno.
L'inchiesta si svolge anche con alcuni lavori della Polizia locale, che sta analizzando le immagini di una telecamera che copre la strada. Presto sarà fatta anche l'autopsia sulla salma del bambino. La famiglia, una volta affidatasi agli avvocati Lucilla Longone e Maurizio Sica, ha chiesto il più totale riserbo sull'esito finale delle indagini.