Un pianto liberatorio dopo una battaglia lunga 5 anni. La Corte d'Assise d'Appello del Tribunale di Roma ha condannato a 14 anni Antonio Ciontoli per omicidio volontario ed a 9 anni e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio la moglie, Maria Pizzillo, e i figli, Martina e Federico Ciontoli. Accolta sostanzialmente la richiesta del procuratore generale Vincenzo Saveriano che al termine della requisitoria aveva chiesto 14 anni per tutta la famiglia o, in subordine, di valutare l'ipotesi di concorso in omicidio con la condanna a 9 anni e 4 mesi.

Una pronuncia che arriva dopo che la Cassazione aveva annullato la sentenza di secondo grado che aveva ridotto la condanna di Antonio Ciontoli da 14 a 5 anni.

In questi anni Marina Conte ha lottato come una leonessa per ottenere giustizia per il figlio ingoiando anche bocconi amari. "Non bisogna demordere perché la giustizia esiste. Ciontoli deve chiedere perdono a se stesso e non a noi dopo cinque anni e quattro mesi per intenerire i giudici".

Marina Conte: 'Non saremmo qui se mio figlio fosse stato soccorso subito'

In questi anni i genitori di Marco Vannini hanno lottato affinché venissero riconosciute le responsabilità della famiglia Ciontoli per quanto accaduto nella tragica sera del 18 maggio a Ladispoli quando il ventunenne bagnino di Cerveteri fu raggiunto da un colpo d'arma da fuoco esploso dalla pistola di Antonio Ciontoli.

"Ora non saremmo davanti le telecamere per l'ennesima volta se mio figlio fosse stato soccorso subito" - ha affermato Marina Conte subito dopo la pronuncia dei giudici della Corte d'Assise d'Appello del Tribunale di Roma.

"Era fondamentale che venisse riconosciuto l'omicidio volontario" - ha aggiunto la madre di Marco Vannini precisando che in questi anni cercava esclusivamente giustizia e non vendetta. "Mio figlio aveva dei valori morali ed è importante che i giovani crescano con sani principi".

'Fondamentale che venisse riconosciuto l'omicidio volontario'

Subito dopo la sentenza Marina Conte, tra le lacrime, ha manifestato l'intenzione di recarsi sulla tomba di Marco Vannini al cimitero. "Voglio dire a mio figlio che la giustizia è lenta ma arriva. Spero che il custode apre il loculo" - ha precisato dopo aver piazzato una stoccata nei confronti di Antonio Ciontoli che prima della decisione dei giudici aveva chiesto scusa sottolineando che era l'unico responsabile di quanto accaduto cinque anni fa a Ladispoli.

"Non mi interessa, forse vuole intenerire i giudici. Dovrebbe chiedere scusa a se stesso" - ha chiosato la mamma del ventunenne bagnino di Cerveteri. Davanti alla sede del Tribunale, in Piazza Clodio, si è tenuto un sit in di una decina di persone che chiedevano ad alta voce "giustizia per Marco".