La Dda di Firenze, nella mattinata del 10 settembre, ha scoperto la natura di una nuova associazione criminale che agevolava la Camorra svolgendo i propri traffici illeciti in Toscana, a Firenze. I componenti erano soliti riunirsi in una pizzeria del capoluogo toscano: l'attività era stata acquistata immediatamente dopo l'inizio della pandemia di Covid-19. Il tutto era poi finito al centro di una guerra tra clan, durante il quale una bomba esplose davanti al locale in questione lo scorso 23 febbraio.
Dieci arresti per un totale di tredici indagati
La direzione distrettuale antimafia fiorentina, ha sottoposto all'arresto dieci individui, mentre in totale gli indagati sarebbero tredici, sono stati inoltre sottoposti all'interdizione dell'attività professionista un commercialista nativo di Prato e un consulente del lavoro di Nocera Inferiore. Tra gli indagati risulta esserci anche un minorenne: sottoposto alla misura del collocamento in una comunità. Sono stati sequestrati inoltre anche conti correnti e ingenti somme di denaro.
L'identikit dei creatori del nuovo gruppo camorristico in Toscana
Le indagini che, erano già partite nel luglio del 2020 e condotte dalla Polizia e dalla guardia di finanza, hanno subito fatto si che venissero scoperti due fratelli creatori di un nuovo gruppo dedito ad attività criminose a Firenze.
Stando a quanto riferiscono gli acquirenti, il clan era nato per agevolare un clan di stampo camorristico molto attivo nella città di Salerno, al quale erano stati affibbiati diversi illeciti.
La base sul territorio fiorentino
Secondo a quanto si apprende, la "base" della nuova potente organizzazione mafiosa era la pizzeria stessa; gestita dal fratello di un capo clan; in cui gli affiliati conservavano i guadagni provenienti dagli affari illegali.
La bomba carta - si legge- fatta esplodere nel febbraio 2021, fu un atto intimidatorio da parte di un club; i cui componenti arrivarono direttamente dalla Campania per dar vita all'esplosione davanti alla pizzeria.
La prima indagine della polizia fiorentina
La prima operazione da parte della Dda gigliata, ha portato alla scoperta nel capoluogo toscano, nelle province di Salerno, Prato, Latina, Verona e Potenza di "un nuovo clan camorristico in ascesa, grazie anche ai finanziamenti Covid".
I reati ipotizzati a pieno titolo sono: associazione a delinquere con l'aggravante mafiosa finalizzata a ricettazione, furto, detenzione e porto abusivo di esplosivi ed armi, riciclaggio, indebita percezione di erogazioni pubbliche ed infine violazione delle norme sugli immigrati in territorio nazionale.