Hafsa, 15enne residente a Sondrio, è stata inghiottita dalle acque del fiume Adda lo scorso 1° settembre. La giovane, di origine marocchine, è stata trascinata dalla corrente mentre cercava di attraversarlo. Le operazioni di ricerca finora hanno dato esito negativo ma il padre, disperato, non vuole arrendersi. E, per recuperare il corpo di sua figlia, ogni giorno raggiunge il fiume e vi si getta.

La tragedia e la disperazione del papà

Secondo quanto ricostruito la tragedia si è consumato il 1° settembre scorso. Hafsa era con la cugina 19enne al Parco Bartesaghi, un'area verde a sud di Sondrio, alla confluenza del torrente Mallero con il fiume Adda.

Ad un certo punto, la ragazzina ha deciso di raggiungere una spiaggetta sita sull'altra sponda e, per questo, ha attraversato il guado. Dopo poche bracciate, però, la corrente l'ha trascinata via sotto gli occhi impietriti e attoniti della cugina.

Inutili i soccorsi, prontamente allertati: l'Adda ha inghiottito il corpo di Hafsa e, a distanza di 12 giorni, ancora non l'ha restituito. Il padre della giovane, che il giorno della tragedia si trovava in Marocco, è disperato e vuole a tutti i costi recuperare la ragazza. Per questo, da quando è rientrato in Italia, ogni giorno prende la sua bicicletta, raggiunge le sponde dell'Adda e, come si vede da un video reso pubblico su Facebook, vi si immerge per cercarla.

'Non posso smetterla di cercarla'

Come riportato dalla pagine di cronaca nera de Il Giorno, l'uomo nei giorni scorsi ha contattato i carabinieri per informarli che avrebbe partecipato alle ricerche della sua Hafsa. "Non posso smettere di cercarla" ha dichiarato ringraziando tutte le persone che, in questi giorni, stanno prendendo parte alle difficili operazioni.

Le attività di recupero sono ancora in corso e, proprio in queste ore, si sta svolgendo una sessione di ricerca straordinaria, concordata nei giorni scorsi con il capo della Colonna Mobile, nonché coordinatore provinciale della Protezione Civile, Luciano Speziale. Come confermato dalla Prefettura, le perlustrazioni continueranno per tutto il fine settimana.

"Mi sto dando da fare - ha spiegato il padre della 15enne - e spero che qualcuno con buona volontà mi aiuti". L'uomo, che si definisce un buon nuotatore, è ben consapevole dei rischi che corre. L'Adda, nonostante il livello dell'acqua si sia abbassato, è infido. Tuttavia, il desiderio di recuperare sua figlia è troppo forte. "Non posso restare a casa e aspettare. Spero di trovarla - ha concluso - o almeno di esserci quando finalmente il fiume la restituirà".

In questi giorni, in molti hanno provato a convincere il papà di Hafsa a desistere. Ma è stato tutto inutile. "Non può entrare in acqua - hanno spiegato alcuni vigili del fuoco che partecipano ai soccorsi - C’è il forte rischio che possa, a sua volta, rimanere vittima di un incidente.