Per anni, secondo quanto accertato dagli investigatori dei carabinieri di Sestu, avrebbero portato via dal deposito di medicinali in cui lavoravano svariate tipologie di farmaci molto costosi e ricercati. In particolare confezioni di Viagra e Cialis ma anche medicinali per uso animale. Per questo motivo, negli scorsi giorni, gli investigatori hanno denunciato in stato di libertà 23 persone, tra dipendenti del deposito farmaceutico e complici esterni. Per tutti le accuse sono di “associazione a delinquere, finalizzata al furto aggravato e alla ricettazione di medicinali”, si legge nel rapporto messo nero su bianco dai militari dell’Arma.

Secondo i carabinieri il giro d’affari era piuttosto consistente, considerando soprattutto che i farmaci portati via dal deposito erano molto costosi. Ora i 23 indagati dovranno trovarsi degli avvocati che li difendano dalle pesanti accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Cagliari. I fatti sarebbero accaduti tra il 2016 e il 2017 ma le indagini, condotte dai carabinieri della stazione di Sestu, coordinati dal sostituto procuratore della Procura di Cagliari, Andrea Vacca, sono terminate pochi giorni fa con la denuncia delle 23 persone coinvolte nel giro illegale di medicinali.

Ammanchi consistenti di medicinali

I responsabili del deposito di medicinali che si trova nella zona industriale di Sestu, a partire dal 2016, si erano accorti che dagli scaffali della azienda spesso sparivano numerose confezioni di medicinali.

In particolare pasticche di Levitra, Cialis, Viagra ma anche altri costosi farmaci sia per uso umano che animale. Inizialmente non si riusciva a capire il perché di questi ammanchi ma, dopo le indagini degli abili investigatori dei carabinieri, si è capito cosa in realtà stesse accadendo all’interno del deposito di medicinali.

Secondo quanto ricostruito dai militari dell’Arma infatti le 23 persone coinvolte nell’indagine, per arrotondare, avevano organizzato un vero e proprio market illegale di farmaci. Le ordinazioni, spesso, avvenivano telefonicamente. Un fatto che ha aiutato gli investigatori dei carabinieri a chiudere il cerchio. Dopo una serie d’intercettazioni, sia ambientali che telefoniche, i militari hanno infatti capito cosa in realtà stesse accadendo all’interno dell’azienda farmaceutica.

I dipendenti infedeli avevano infatti una loro “clientela sommersa” che richiedeva i farmaci e li acquistava. Grazie ai pedinamenti e a una serie di servizi di osservazione i carabinieri sono riusciti a sgominare quella che è stata definita una vera e propria associazione delinquere.