Dopo la nota gaffe televisiva di cui è stato protagonista (in diretta ha candidamente affermato di non essere a conoscenza del fatto che spettasse a lui l'elaborazione del piano anti-Covid regionale), Saverio Cotticelli è stato licenziato dal Governo Conte che al suo posto ha designato Giuseppe Zuccatelli in qualità di Commissario della Sanità calabrese. Il nuovo Commissario ad acta della Regione Calabria è, però, già finito sotto la luce dei riflettori ancor prima di insediarsi.

Le polemiche sulla nomina del professore 76enne si sono accese, in particolare, per alcune dichiarazioni sulla gestione Covid e sui metodi di prevenzione del contagio rilasciate dallo stesso Zuccatelli qualche mese fa.

Era il 27 maggio 2020 quando Zuccatelli, che all'epoca era commissario all'Asp di Cosenza, ricevette nel proprio ufficio una delegazione del collettivo Femin – Cosentine in lotta. Il discorso cadde sulle conseguenze dovute alla pandemia da Covid-19, a quel punto Zuccatelli disse che le mascherine non servono a nulla: "Quello che serve è la distanza, perché per beccarti il virus, se io fossi positivo dovresti baciarmi per 15 minuti con la lingua in bocca altrimenti non te lo becchi".

La risposta di Zuccatelli

Il professore ha prontamente risposto alle numerose critiche ricevute, dichiarando che quelle parole sarebbero state estrapolate da una conversazione privata e sostenendo come quelle affermazioni risalirebbero al primo periodo di diffusione del virus: "Le mascherine sono parte della fondamentale strategia di contrasto al Covid 19.

Quindi, invito tutti ad utilizzarle, così come a rispettare il distanziamento fisico" ha di recente precisato. Il nuovo Commissario della Sanità calabrese, positivo al Covid-19 ed attualmente in quarantena a Cesena, ha comunque asserito di voler "affrontare questo nuovo incarico con molta umiltà e responsabiltà".

Oltre a dover ovviamente redigere il piano Covid, Zuccatelli avrà il compito di tentare di traghettare la Calabria fuori dalla zona rossa, una decisione presa non tanto per l'avanzare del contagio quanto per la fragilità di un sistema sanitario che d'ora in poi andrà guidato a dovere.

Proteste sul territorio calabrese, la Sanità deve svoltare

La situazione di precarietà in corso fa tornare alla mente alcune denunce che in passato era state fatte proprio per porre la Calabria sotto la lente di ingrandimento: si pensi su tutte alle parole dell’ex presidente della Regione, Mario Oliverio, che si era schierato "contro tutti i Governi nazionali, anche contro quelli del mio stesso partito e schieramento, che dal 2010 hanno mantenuto la Sanità calabrese in condizioni da Terzo Mondo", mentre di recente a catturare l'attenzione dei più sono state le dichiarazioni del presidente facente funzioni Nino Spirlì che ha 'confessato' quale sia lo stato d'animo dei cittadini calabresi: "Lo sanno tutti che la grande pena dei calabresi non è solo il rischio tremendo di ammalarsi, ma soprattutto quello, drammatico, di non potersi curare".