Il bollettino diramato dal Ministero della Salute e della Protezione Civile arriva ogni giorno a metà pomeriggio. I dati sono quelli che fanno da termometro all'emergenza Coronavirus, unitamente ad altri parametri come il rapporto casi-tamponi, il numero di ospedalizzazioni e di ricoverati in terapia intensiva. Sono numeri che, al netto di timidi segnali positivi, allarmano soprattutto i medici che vivono le corsie d'ospedale. Alcuni hanno già invocato il lockdown generale, così come lo si era vissuto in primavera. Nulla a che fare con quello light delle zone rosse attuali o alle misure meno stringenti delle aree arancioni e gialle.

L'auspicio è che, però, gli effetti del Dpcm in vigore dal 6 novembre possano, in qualche modo, dare respiro ad una situazione che sembra, in realtà, toglierlo. Qualora, però, ciò non dovesse avvenire, l'orizzonte è chiaro e lo spiega Fabrizio Pregliasco. "In quel caso - puntualizza il virologo - bisognerà necessariamente arrivare al lockdown generale. Se non dovessero arrivare risultati in termini di riduzione della curva dei contagi, le misure più dure non potranno essere posticipate ulteriormente".

Coronavirus: Pregliasco vede segnali positivi, ma non si illude

A livello empirico il dato è ormai assodato: la serrata totale funziona e sarebbe l'unico strumento di cui si ha totale contezza dell'efficacia.

Tutelare così la salute pubblica equivarrebbe, però, ad una sciagura per l'economia. "La misura più estrema - spiega Fabrizio Pregliasco - sarebbe sicuramente in grado di fermare i contagi. Ma non ce la possiamo permettere. Per il nostro Paese sarebbe insostenibile". Secondo il medico questa andrebbe vissuta come una fase d'attesa.

"La situazione - ha evidenziato - non è affatto semplice, ma si cominciano a intravedere segnali positivi". Il riferimento va ad una percentuale tra positivi e tamponi contraddistinta da una minore crescita e ad una, seppur modesta, riduzione dell'indice Rt (oggi fermo, in media, a 1,7).

Terza ondata dopo la seconda? Per Pregliasco nel 2021

L'eventuale protrarsi della positività del momento, non rende ipotizzabile un allentamento in vista del Natale. Pregliasco, in tal senso, manifesta i suoi timori. Tra questi c'è il fatto che la politica potrebbe trovarsi a sdrammatizzare il momento, andando ad incentivare i consumi. "Questo - ha evidenziato il virologo - non deve assolutamente succedere. Adesso bisogna organizzarsi per la terza ondata, che arriverà a metà febbraio".