Arrivano i primi segnali di speranza dai dati sulla pandemia di Coronavirus in Italia, anche se la situazione rimane critica in tutto il Paese. Durante la conferenza stampa della Cabina di regia incentrata sulla valutazione dei risultati relativi al monitoraggio della situazione nelle regioni, Franco Locatelli, Presidente del Consiglio superiore di sanità, ha evidenziato come ci sia stata “una iniziale ma chiara decelerazione della curva” dei contagi, che per lungo tempo è cresciuta in modo esponenziale. L’esperto ha sottolineato come la curva stia iniziando ad appiattirsi, ma non a scendere.

Questo primo incoraggiante risultato sarebbe dovuto ai provvedimenti adottati negli ultimi Dpcm quindi anche alla suddivisione della Penisola in aree differenziate, con zone gialle, arancioni e rosse, che starebbe iniziando a portare i suoi frutti.

Locatelli ha sottolineato come in Italia alcuni dati stiano iniziando a migliorare

Alcuni dati sembrano favorire un iniziale, anche se molto timido, segnale di ottimismo. Per prima cosa l’indice Rt, che rappresenta la capacità di riproduzione del virus, sta iniziando a calare. Come ha spiegato Gianni Rezza, direttore generale della prevenzione per il ministero della Salute, è sceso a 1,4 dopo che nelle scorse settimane aveva raggiunto anche un picco di 1,7.

Il professor Locatelli ha inoltre aggiunto che venerdì per il quarto giorno di fila si è registrato un calo nel trend di aumento dei ricoveri in terapia intensiva, cosa che sta ad indicare che le misure per arginare la pandemia sviluppate nelle ultime settimane stanno iniziando a funzionare. Questa decelerazione andrà confermata nei prossimi giorni: martedì i pazienti in terapia intensiva erano aumentati di 122 unità, mercoledì di 110, giovedì di 89 e venerdì di 60.

Tuttavia già sabato i casi sono di nuovo saliti a 76, interrompendo la striscia di risultati incoraggianti.

Locatelli si dimostra prudente sugli ultimi dati

Anche di fronte a dati positivi, ci vorranno almeno due settimane per poter valutare, ad esempio, il ritorno di un’area a zona gialla, a differenza di quanto accade in caso di peggioramento della situazione, quando i provvedimenti sono immediati, perché è necessario intervenire rapidamente per tentare di arginare la pandemia.

Nel corso della conferenza è intervenuto anche Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, che ha sottolineato come nelle ultime settimane sia andata lentamente aumentando l’età media delle persone contagiate, anche se non sono stati raggiunti i livelli dello scorso marzo: l'età avanzata è ormai considerata come uno dei fattori di rischio più significativi per gli effetti della malattia.

Per Locatelli e gli altri esperti la tensione non va allentata

Brusaferro ha inoltre spiegato come l’effettiva riduzione del parametro Rt non si sia ancora tramutata in un calo della curva dei contagi, in quanto il dato indica solamente che la crescita dell’epidemia ha subito un rallentamento.

Se da un lato questo vuol dire che i provvedimenti presi nei giorni scorsi stanno iniziando a funzionare, dall’altro il numero di casi resta ancora significativo, per cui non bisogna assolutamente allentare la tensione. L’esperto ha quindi invitato i presidenti delle Regioni a mantenere regole stringenti, anche perché continuano comunque ad aumentare i posti occupati in terapia intensiva e in tutte le strutture sanitarie dedicate ai malati di Covid-19. Il rischio è quello di raggiungere le soglie massime di capienza, anche se ci si sta attivando per predisporre ulteriori letti. Per questo motivo Locatelli ha avvertito che a Natale la gente non potrà comportarsi come negli anni precedenti, il tutto per non vanificare gli sforzi compiuti finora.