Martina Pozzi, sorella di Gianmarco, il pugile 27enne trovato senza vita in un terreno a Ponza la mattina del 9 agosto scorso, ha rilasciato un'intervista a Il Messaggero, parlando di alcune incongruenze che avvolgerebbero il giallo della sua morte. "Chiediamo verità sulla morte di Jimmy - ha dichiarato la donna - Aveva un dente spezzato, un'unghia del piede mancante e un vistoso scalpo. Ma l'autopsia non è stata fatta".

Martina non crede che suo fratello abbia perso la vita per una caduta

La Procura di Cassino ha avviato le indagini sull'accaduto coordinate dal sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo.

Attualmente Fabiano Querceto, il consulente tecnico nominato dalla pm, si sta occupando della perizia sul cellulare di Gianmarco Pozzi. Ma secondo la sorella ci sarebbero degli aspetti che non tornano. "Hanno voluto farci credere a un incidente, capitato mentre correva in preda a una crisi paranoica provocata dagli stupefacenti" ha spiegato la 35enne, aggiungendo che per gli inquirenti suo fratello sarebbe deceduto dopo un volo di appena tre metri da un muretto. Un'altra cosa che non convince la donna è proprio l'analisi del cellulare (rinvenuto non accanto al corpo, ma in zona) che fino a poco tempo fa non sarebbe stato analizzato. Martina Pozzi sostiene che gli inquirenti le avrebbero richiesto la data di nascita delle sue bambine per cercare di risalire alla password del fratello.

"Assurdo", ha concluso la donna.

I familiari hanno chiesto l'esame del Dna di alcuni oggetti

Nel corso di una prima ispezione sul corpo del campione di kickboxing sarebbero stati rinvenuti un sacchetto con all'interno uno stuzzicadenti, quattro cicche di sigaretta, uno scontrino risalente al mese precedente e qualche pezzo di carta scottex.

Ora i parenti vogliono sapere a chi appartenessero quegli oggetti e perché si trovassero negli slip di Gianmarco Pozzi. Per questo avrebbero richiesto degli accertamenti del Dna sui reperti. Martina pensa infatti che suo fratello potrebbe esser stato inseguito in quel campo di rovi. E ha asserito che il mese scorso, con la consulente incaricata dalla famiglia Pozzi, Roberta Bruzzone, avrebbero trovato una scarpa da ginnastica probabilmente non appartenente al pugile (di un numero differente dal suo), nei pressi del campo in cui l'uomo ha perso la vita.

Ora ha chiesto: "Perché non è stata repertata dai carabinieri?".

I dubbi della donna sull'ora del decesso

Martina Pozzi ha raccontato che quando si era recata a Ponza il 10 agosto, le avrebbero detto del decesso di un giovane non ancora identificato risalente alle nove e mezza della mattinata del giorno precedente. Invece i soccorritori sarebbero stati allertati verso le undici, dopo la segnalazione di alcuni testimoni i quali avrebbero udito un tonfo nell'intercapedine. Quando è arrivata l'autoambulanza "il corpo presentava già rigor mortis", ha sottolineato la donna, sostenendo quindi che il 27enne potesse già esser morto da qualche ora. Inoltre, il ragazzo aveva la schiena piena di spine, "come se l'avessero trascinato sui rovi". Martina Pozzi ha chiesto che venga fatta chiarezza su questi aspetti per stabilire con esattezza quale sia stata la causa del decesso di suo fratello.