Tra polemiche, misteri e contestazioni legali, la morte di Diego Maradona che risale allo scorso 25 novembre sta diventando un caso intricato. Mentre i tifosi di tutto il mondo lo piangono, la magistratura argentina è già al lavoro per chiarire aspetti oscuri della vicenda. La Procura Generale di San Isidro vuole accertare se ci siano state negligenze nei soccorsi, irregolarità nelle cure, come pensano i familiari, cosa sia accaduto nel giorno del decesso e in quelli precedenti.
Fa scalpore l'ultimo nuovo dettaglio reso pubblico da Rodolfo Baqué, avvocato di Gisela Madrid, l’infermiera che aveva il compito di assisterlo durante la riabilitazione postoperatoria nella villa di Tigre, a Buenos Aires, dove è morto.
Il fuoriclasse argentino sarebbe caduto sbattendo la testa, quando già era convalescente dopo l'intervento alla testa. L'autopsia ha stabilito che a stroncarlo sia stato un arresto cardiaco. Sembra che presentasse segni di astinenza da sostanze.
Maradona, rivelazioni dell'infermiera Madrid
Sarebbe morto da solo. Le rivelazioni sul decesso del Pibe di Oro si infittiscono. Alla stampa argentina, il legale di Gisela Madrid ha svelato che una settimana prima del decesso, maradona sarebbe caduto sbattendo la testa al lato destro, mentre l'intervento gli era stato fatto sulla parte sinistra. Eppure, nessuno l'avrebbe portato in ospedale per sottoporlo a una Tac. Secondo la versione dei fatti fornita da Baqué Maradona, dopo la caduta, sarebbe stato solo nella sua stanza per tre giorni, in una condizione in cui non sarebbe stato in grado di decidere, senza essere visto né aiutato.
Accuse gravi che saranno vagliate. L'infermiera aveva riferito di aver dato assistenza a Maradona solo in un'occasione, il venerdì 20 novembre, giorno del suo arrivo. Il campione l'avrebbe licenziata, la donna sarebbe rimasta in casa su richiesta dell'entourage del Pibe ma senza più controllare come stesse. Si sarebbe limitata a passare gli psicofarmaci all’assistente di Maradona, restando sulla porta della stanza a controllare che li assumesse.
L'infermiera ha cambiato la versione dei fatti. In un primo momento, aveva detto che il giorno del decesso aveva controllato Diego tutta la mattina, poi ha ritrattato davanti agli inquirenti quanto scritto di proprio pugno. Ha affermato di essere stata costretta a scrivere il falso dai responsabili dell'azienda sanitaria Medidom che forniva il personale per assistere il numero 10, ma di non essere mai entrata nella stanza di Maradona.
Per Basqué, alle dimissioni dalla clinica Olivos, Maradona avrebbe accusato anomalie a livello cardiaco su cui non sarebbero stati fatti accertamenti.
Secondo, poi, quanto ha riferito dalla psichiatra Agustina Cosachov dopo l'intervento chirurgico alla testa, Maradona presentava segni di astinenza da sostanze, alcol e sonniferi. Al ritorno a casa, la psichiatra aveva chiesto la presenza fissa di un’ambulanza davanti all’abitazione di Maradona e l'assistenza continua da parte di personale specializzato che però non c'era. C'erano, invece, tre infermieri che cambiavano turno ogni otto ore, oltre a due segretari, la cuoca storica di Maradona e un addetto alla sicurezza.
Maradona, il medico in lacrime: 'Non sono responsabile'
Per ora non ci sarebbero accuse formali, ma è nell'occhio del ciclone il neurochirurgo Leopoldo Luche, che il 3 novembre scorso aveva operato Maradona e, dopo l'intervento di rimozione di un edema al cervello, aveva fatto una foto sorridente accanto a lui. Accusato di non aver fatto abbastanza per salvarlo, in lacrime durante una conferenza stampa alla tv argentina, si è difeso dicendo: "Ho fatto tutto quello che potevo, fino all'impossibile". Ha detto che si considerava un amico di Maradona e lo vedeva "come un padre, non come un paziente". Intanto, sono state sequestrate cartelle cliniche, computer, telefoni, è stata perquisita la villa del numero 10.
Era stato Luche a chiamare l'ambulanza mercoledì scorso, pur non essendo in casa del campione
Rimarrebbero ancora poco chiari alcuni aspetti: l'ora esatta della morte del Pibe de Oro. Perché nella villa, a dispetto di una condizione fisica molto critica, non ci fosse un defibrillatore né un medico fisso. I parenti non vedevano Luque di buon occhio: tra lui e Maradona ci sarebbe stato un litigio lo scorso 19 novembre, e il medico avrebbe incassato anche un pugno prima di essere cacciato di casa in malo modo. “Volete sapere di cosa sono responsabile? - ha chiesto Luche ai giornalisti - Di averlo amato, di essermi preso cura di lui, di avergli allungato la vita, di averla migliorata fino in fondo".