Continuano le indagini sulla morte della signora Rosina, 78enne ritrovata senza vita nella sua villetta di Montecassiano, alle porte di Macerata, la sera della vigilia di Natale. L'esito dell'esame autoptico è stato secretato, ma secondo indiscrezioni, l'anziana non sarebbe morta per cause naturali legate, come sostenuto dai familiari, alla presunta rapina subita poche ore prima. Gli inquirenti, infatti, non avrebbero trovato tracce dell'episodio criminoso e la Procura della Repubblica di Macerata ha provveduto a contestare ai conviventi della donna il reato di simulazione di reato.
Già nella giornata di sabato 26 dicembre, il procuratore Giovanni Giorgio, che si sta occupando del caso di Cronaca Nera, aveva iscritto nel registro degli indagati il marito, la figlia e il nipote di Rosina.
La presunta rapina
Da giorni Enrico, il marito della 78enne, la figlia Arianna e il nipote Enea continuano a ripetere di essere stati vittime di una rapina. Secondo il loro racconto, qualcuno, vestito di nero, nel pomeriggio di giovedì 24 dicembre avrebbe fatto irruzione nella villetta familiare di via Sandro Pertini e, prima di fuggire con del denaro contante, avrebbe legato e immobilizzato padre e figlia. I due, sarebbero stati liberati dal nipote (figlio di Arianna), al rientro dal supermercato e, a quel punto, avrebbero trovato Rosina, ormai senza vita, sul pavimento della cucina.
I carabinieri del Reparto operativo - che con il sostituto procuratore Vincenzo Carusi, hanno a lungo ascoltato i tre - hanno analizzato nei minimi dettagli la loro ricostruzione e, fin da subito, avrebbero rilevato alcune incongruenze. Sebbene il piano superiore della villetta (dove è stata rinvenuta la 78enne) sia stato messo a soqquadro, non sarebbero stati riscontrati segni di effrazione a porte e finestre.
Inoltre, i cani di grossa taglia presenti in cortile non avrebbero abbaiato e i vicini non avrebbero sentito rumori sospetti.
La procura di Macerata, con l'intento di fare chiarezza sull'accaduto, ha deciso di contestare ai familiari la simulazione di reato. Il capo d'accusa è stato formulato tenendo anche in considerazione il particolare contesto casalingo vissuto dall'anziana.
La donna, a quanto pare, si era recentemente rivolta a un centro anti-violenza e, come spiegato da un'amica, in casa non si trovava bene. "Le avevano tolto il telefono - avrebbe dichiarato ai militari - la trattavano male e non le avevano lasciato più nulla".
Secretati gli esiti dell’autopsia
Nella giornata di sabato, per la figlia della vittima, era stato ipotizzato il reato di omicidio volontario, mentre al marito e al nipote dell'anziana era stato contestato il favoreggiamento. Il procuratore, in proposito, ha precisato che si è trattato di un'iscrizione tecnica, ossia un atto dovuto, necessario per permettere a tutte le persone coinvolte di nominare i legali difensori e un perito di parte (che ha potuto prendere parte all'autopsia eseguita nelle scorse ore dal medico legale Roberto Scendoni all'obitorio dell'ospedale di Macerata).
I risultati dell'esame autoptico e delle tac a cui è stato sottoposto il corpo della 78enne sono stati secretati. Tuttavia, già nel pomeriggio di ieri, sono trapelate delle indiscrezioni e, nonostante non vi siano tracce di strangolamento, si è parlato di morte per soffocamento.