Secondo il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio e il sostituto Giacomo Barbara, Pietro Morreale provava "un sentimento morboso" nei confronti di Roberta Siragusa. E le parole del pm sembrerebbero trovare conferma nelle testimonianze degli amici della 17enne rinvenuta senza vita, domenica 24 gennaio, in un dirupo nelle campagne di Caccamo (Palermo). "Non doveva stare con uno come lui" hanno spiegato, precisando che il 19enne, in più di un'occasione, l'avrebbe picchiata.

Roberta picchiata e minacciata

Nella notte tra sabato 23 e domenica 24 gennaio, Roberta Siragusa è stata uccisa brutalmente, bruciata e poi gettata in un burrone di Monte San Calogero, altura tra i comuni di Caccamo, Termini Imerese e Sciara.

L'ennesimo caso di femminicidio che sta riempiendo le pagine di Cronaca Nera dei quotidiani italiani, però, sarebbe una "tragedia quasi annunciata". Le amiche e gli amici della 17enne, infatti, da tempo avevano capito che qualcosa, nel rapporto tra la ragazzina e Pietro, non andava. "Si sapeva che avrebbero fatto quella fine", avrebbero commentato i coetanei.

Chi conosce il 19enne, ora rinchiuso nel carcere di Termini Imerese, lo ha descritto come un giovane "morbosamente geloso" e anche violento. "So che Pietro la picchiava e la minacciava" avrebbe riferito ai magistrati un'amica di Roberta. "Le diceva che se lei avesse fatto parola di quelle violenze, avrebbe fatto del male sia a lei che alla sua famiglia", ha precisato tra le lacrime.

Anche altri amici della coppia sapevano che Pietro la maltrattava e controllava le sue frequentazioni.

Gli inquirenti impegnati nelle indagini, nelle scorse ore hanno acquisito e messo agli atti diversi elementi. Tra questi vi sarebbe anche una foto scaricata da WhatsApp in cui si vide Roberta con un vistoso livido sul volto.

Lo scatto risalirebbe allo scorso giugno e, stando a quanto ricostruito finora, quell'ematoma le sarebbe stato provocato proprio dal fidanzato Pietro.

Il pm: 'Sentimento morboso'

I magistrati della Procura di Termini Imerese hanno già emesso il fermo nei confronti di Pietro Morreale. Davanti agli inquirenti il ragazzo, accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere, nonostante i forti indizi di colpevolezza a suo carico, non ha ammesso le sue responsabilità.

Il 19enne - ora in attesa dell'udienza di convalida del fermo, in programma per oggi, mercoledì 27 gennaio - in prima battuta, ricostruendo quanto accaduto la notte del delitto, avrebbe affermato: "Non l'ho uccisa io: si è data fuoco da sola e poi si è gettata nel dirupo". "Per salvarla mi sono ustionato una mano", aveva poi concluso.

La versione del giovane, secondo gli inquirenti, sarebbe falsa e presenterebbe alcune "determinanti incongruenze". Pietro, secondo il pm che ha firmato il fermo, "provava un sentimento morboso" nei confronti di Roberta e avrebbe una "personalità proclive al delitto e insensibile alla gravità dell’evento".