L’ennesimo dramma in famiglia è avvenuto nella notte tra giovedì 28 e venerdì 29 gennaio in una palazzina di Carmagnola, alla porte di Torino. Alexandro Vito Riccio, un rappresentante di 39 anni, ha ucciso la moglie Teodora Casasanta, sua coetanea, e il figlio Ludovico, un bambino di cinque anni, per poi provare a togliersi la vita lanciandosi nel vuoto dal balcone di casa, procurandosi diverse fratture. I carabinieri, giunti sul posto perché allertati dai vicini, hanno immediatamente arrestato il 39enne. Secondo le prime ricostruzioni dei militari dell’Arma, la moglie da qualche tempo gli aveva comunicato che lo avrebbe lasciato: verso le tre di notte la donna sarebbe stata aggredita e colpita ripetutamente con diversi oggetti contundenti.

Poi l’uomo avrebbe sfogato la propria furia omicida sul figlio; infine si sarebbe gettato dal balcone dell’appartamento, situato al secondo piano, non prima di aver lasciato un biglietto per giustificare il folle gesto.

Il 39enne ha cercato di togliersi la vita, dopo aver colpito la moglie e il figlio

I vicini di casa avrebbero chiamato le forze dell’ordine subito dopo aver sentito un tonfo in strada e i lamenti della moglie dell’omicida che, ferita a morte, chiedeva aiuto. Infatti il 39enne, dopo aver colpito la donna e il figlio, non si sa ancora se al termine dell’ennesimo litigio, ha cercato di suicidarsi ferendosi alle vene e buttandosi dal balcone. Tuttavia i carabinieri lo hanno fermato sulle scale di casa, dove si è trascinato subito dopo la caduta.

Il responsabile del delitto è ora ricoverato – in stato di arresto, sorvegliato a vista dai militari dell’Arma – presso il Cto di Torino: non sarebbe in pericolo di vita, nonostante le fratture riportate a una vertebra, allo sterno e alla caviglia. I medici avrebbero stabilito per lui una prognosi di circa 60 giorni. Invece non c’è stato nulla da fare per la moglie e per il piccolo Ludovico.

I carabinieri hanno effettuato i rilievi di rito sulla scena del crimine, per cercare di chiarire la dinamica dei fatti.

L’assassino non accettava la separazione dalla moglie e dal figlio

A quanto, pare il 39enne non ha precedenti per violenze contro la moglie, né risultano esserci segnalazioni a suo carico per maltrattamenti in famiglia.

L’uomo aveva sposato nel 2014 Teodora, operatrice socio-sanitaria originaria della provincia di Pescara. Da un anno la coppia si era trasferita con il figlio nella palazzina in via Barbaroux, teatro della tragedia: secondo i vicini di casa, negli ultimi tempi erano sempre più frequenti le liti di coppia. A quanto pare Teodora aveva deciso di separarsi dall’uomo, che invece non accettava questa scelta della moglie. Probabilmente l’ultima discussione potrebbe aver scatenato la tragedia: l’assassino avrebbe spiegato nel messaggio, scritto prima di lanciarsi nel vuoto, di non voler allontanarsi dalla propria famiglia, per poi concludere il biglietto con un inquietante “vi porto via con me”.

Il primo duro litigio con la moglie era avvenuto un paio di anni dopo il matrimonio

In queste ore le indagini, coordinate dalla procura di Asti, proseguono nel cercare di chiarire tutti gli aspetti della vicenda. L’inviato dell’edizione online del Corriere della Sera ha raccolto le testimonianze dei amici del 39enne, che vivono a Nichelino, paese di origine dell’uomo. Lo descrivono come “un personaggio particolare, molto intelligente”, ma anche a volte privo “del senso della misura, di equilibrio”. Tuttavia nessuno si immaginava che sarebbe arrivato a compiere un delitto così efferato. Inoltre, i suoi conoscenti hanno rivelato che, già un paio di anni dopo le nozze, il matrimonio aveva vissuto un momento di crisi, tanto che la coppia si era temporaneamente separata, ma poi la moglie lo aveva perdonato, tanto che i dissapori tra i due sembravano essersi ricomposti.

Altri hanno fatto notare come il 39enne da un po’ di tempo aveva incominciato a scrivere frasi prive di senso sui social, specialmente di notte, per poi cancellarle: a quanto pare stava attraversando un momento molto difficile.