Massimo Galli, primario alle Malattie Infettive dell'Ospedale Sacco, ha rilasciato un'intervista a La Repubblica dove si pone contro alla decisione di vaccinare le persone guarite dalla Covid, confermando i suoi dubbi a riguardo.

Galli critica chi ha ritenuto opportuno somministrare le due dosi di vaccino a chi già in passato è stato contagiato ed è guarito dal Coronavirus, una teoria che aveva già sostenuto nel recente passato e che conferma oggi, alla luce degli effetti collaterali riscontrati negli ultimi giorni da alcuni dottori che hanno infatti sviluppato febbre e un aumento del volume dei linfonodi.

Massimo Galli e la preoccupazione per la zona gialla

Il virologo ha successivamente espresso tutta la sua preoccupazione per l'aumento delle regioni in zona gialla, una libertà che potremmo pagare a caro prezzo anche perché facilita lo sviluppo delle varianti che hanno messo in ginocchio tra gli altri il Regno Unito.

Secondo Galli la zona gialla nella migliore delle ipotesi, con comportamenti adeguati ed il rispetto delle distanze sociali e l'uso delle mascherine, potrebbe portare ad uno stallo dello sviluppo della malattia, mentre nella peggiore delle ipotesi l'Italia entrerebbe nella tanto famigerata terza ondata con nuove pericolose varianti a gravare su ospedali e di conseguenza ad aumentare il numero dei decessi.

Per ovviare a questa evenienza, e per non farci trovare impreparati nel caso in cui queste varianti prendessero piede sul territori, Massimo Galli si auspica un nuovo lockdown sul modello di quelli già applicati in Francia e in Germania in modo da circoscrivere l'avanzata del virus.

Zone rosse localizzate in quattro regioni italiane

Da oggi e per i prossimi quindici giorni intanto alcune zone del nostro Paese sono state catalogate come zona rossa a seguito dell'incremento dei contagi che hanno portato ad un susseguente e preoccupante aumento dei ricoveri negli ospedali.

Le seguenti zone sono la Provincia Autonoma di Bolzano, in Umbria la città di Perugia e le vicine Attigliano, Calvi dell'Umbria, Lugnano in Teverina, Montegabbione e San Venanzio, in Abruzzo San Giovanni Teatino, Atessa e Tocco da Tesauria, in Toscana la città di Chiusi.

Secondo Massimo Galli le zone rosse sono un ottimo strumento per combattere il virus ed una soluzione che andrebbe replicata su scala più ampia e nazionale con l'obiettivo di prevenire i focolai. A tal punto il primario dell'Ospedale Sacco si augura che le regioni inizino una campionatura settimanale dei casi registrati per poter analizzare i dati e cercare la presenza di eventuali varianti del virus.