Palestre e piscine potranno essere riaperte, ma solo a condizione di rispettare determinate e rigide regole. Il ministero della Salute ha messo nero su bianco in un documento, poi validato dal Comitato tecnico scientifico (Cts), in cui vengono elencate nel dettaglio tutte le misure che dovranno essere prese da proprietari e gestori di palestre e piscine. La decisione finale, però, spetterà al nuovo governo che sta per insediarsi, verosimilmente guidato da Mario Draghi. Obbligo di allenamenti individuali in palestra e 10 metri quadri a persona in piscina, sono due tra le regole principali contenute nel dossier.
Palestre e piscine verso la possibile riapertura, le regole di ministero e Cts
La premessa che sta alla base della decisione del ministro della Salute e del Cts di aprire alla possibilità di riaprire palestre e piscine è la necessità, sostenuta da diversi scienziati, di favorire l’attività fisica, soprattutto dei bambini, degli anziani e delle persone con patologie croniche. Il timore però è che la riapertura degli impianti sportivi possa favorire l’aggregazione delle persone e quindi, anche un nuovo aumento del contagio da Coronavirus. Sì allo sport, dunque, ma con paletti e attenzioni.
Le attività permesse in palestre e piscine in zona arancione e gialla
La proposta contenuta nel documento del ministero prevede una “riapertura scaglionata” di palestre e piscine in base a diversi parametri.
In particolare, nelle zone arancioni del Paese, oltre ad attività come jogging e ciclismo già permesse in zona rossa, si potrebbe consentire l’esercizio di attività fisiche individuali in palestre e piscine, oltre ad attività sportive dilettantistiche non di squadra o di contatto. In quest’ultimo caso, allenamenti permessi, ma solo a livello individuale e rispettando il distanziamento sociale.
Sì anche alla danza per i bambini. Se le regioni dovessero essere inserite in zona gialla, invece, sarebbero a quel punto consentiti anche gli allenamenti per gli sport di contatto e di squadra a livello dilettantistico.
Le altre regole: distanza interpersonale di almeno due metri
Per quanto riguarda la distanza minima interpersonale, resterebbe sempre di due metri nelle palestre e passerebbe da sette a 10 metri quadri nelle piscine, secondo la proposta del Cts.
Obbligatoria la sanificazione degli attrezzi e dei materiali utilizzati dopo ogni utilizzo per mezzo di sostanze igienizzanti. I propri indumenti non dovranno essere lasciati in luoghi condivisi con altri, ma messi dentro la propria borsa e lavati a casa separatamente dagli altri abiti. Gettare i fazzolettini e altri oggetti utilizzati nei cestini, utilizzare bottiglie monouso e il proprio tappetino, quando ciò sia possibile. Vietato, inoltre, utilizzare le docce in palestre e piscine.