Secondo il parere del Comitato tecnico scientifico, tutte le scuole italiane (dall'infanzia alle superiori) dovrebbero chiudere in caso di zona rossa. In tale evenienza sarebbe opportuno tornare alla didattica a distanza totale per tutti gli studenti. Il Cts si è riunito tra venerdì 26 e sabato 27 febbraio, al fine di discutere circa la situazione delle aule dopo che i contagi da Covid-19 nel nostro paese sono sensibilmente aumentati. Secondo il parere dei membri del comitato, le scuole dovrebbero chiudere anche nelle regioni risultanti in zona arancione, ma anche nelle aree gialle, dove la presenza di contagi risulta elevata.

Scuola: la riunione degli esperti del Cts

Nel corso della riunione del Cts è stato stilato un apposito verbale in cui non sono emerse modifiche riguardo ai protocolli di sicurezza nei confronti delle zone arancioni e gialle: In tal caso rimane la didattica al 50%. Gli esperti hanno dunque dato il loro parere. I governatori delle varie regioni confidavano, del resto, in un loro responso relativo al calcolo della nuova impennata di contagi da coronavirus e del suo impatto sulle scuole. Secondo il parere degli studiosi, la chiusura delle scuole, di ogni ordine e grado, dovrebbe essere valutata, secondo i dati del contagio in una determinata regione.

La situazione degli istituti nelle zone gialle e arancioni

Resta aperta la possibilità che anche gli istituti presenti nelle aree gialle e arancioni possano avere delle restrizioni in seguito a un aumento dei contagi. Per ora la stretta entra in vigore nel caso di 250 casi alla settimana ogni centomila abitanti. Ebbene, secondo il parere del Cts, bisognerebbe prendere opportuni provvedimenti già nel caso di cento casi settimanali, introducendo misure più strette per prevenire ulteriori contagi.

Questi nuovi provvedimenti potrebbero essere già inseriti nel prossimo Dpcm su cui il governo sta già lavorando e che entrerà in vigore a partire dal 6 marzo prossimo.

Gli esperti lamentano la mancanza di un tracciamento

Nel frattempo, virologi e scienziati continuano a lamentare la mancanza di un efficace tracciamento negli istituti.

Questo, a detta degli esperti, è un problema di non poca importanza nella lotta contro la pandemia. Nel corso di un suo intervento al programma di Rete 4, Stasera Italia Weekend, il virologo Andrea Crisanti ha lamentato la mancanza di dati precisi. L'esperto ha detto di essere del tutto contrario alla dad, tuttavia, per permettere una didattica in presenza è importante avere opportuni dati, altrimenti si brancola nel buio, rischiando di incorrere in errori.

Per Lopalco è rischioso insistere sulla lezione in presenza

Nel corso di un'intervista a La Stampa, l'epidemiologo e assessore alla Sanita in Puglia, Pierluigi Lopalco, ha fatto notare come anche coloro che battevano per una lezione in presenza ora iniziano a tentennare. Lopalco ha invitato a prendere atto del fatto che, a causa dell'impatto da parte delle varianti da Covid-19, insistere sulla didattica a distanza è al momento "rischioso".