Massimo Galli preoccupato dalla diffusione delle varianti del Coronavirus in Italia. Il primario del reparto di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano è ospite di Agorà nella puntata di lunedì 1 marzo. La conduttrice del talk show di Rai 3, Luisella Costamagna, gli domanda subito un parere sulle immagini degli assembramenti formatisi durante il fine settimana nelle città italiane. L’opinione del medico è ovviamente negativa. Comportamenti “sciagurati” che, a suo modo di vedere contribuiranno quasi certamente ad un aumento dei casi di infezione da Covid-19.

Massimo Galli: ‘Illusione di avere alle spalle qualcosa che abbiamo davanti’

"In realtà è evidente che le cose non stanno andando per niente bene”, dichiara Massimo Galli ad Agorà. “Certi comportamenti sono sciagurati, non voglio usare altri termini, già questo è abbastanza pesante”, aggiunge facendo riferimento alle immagini di assembramenti provenienti un po’ da tutto il Paese. Secondo il professore, molti italiani stanno vivendo “l’illusione di avere alle spalle qualcosa che abbiamo ancora davanti". Fatto che lui definisce "tragico".

Galli: ‘Io bersagliato da critiche’

Galli ricorda poi di essere stato “bersagliato da critiche in questi giorni", solo per il fatto di avere messo in luce prima degli altri suoi colleghi "l'evidenza" del rischio rappresentato dalle varianti del coronavirus che, tra l'altro, sono da tempo diffuse negli ospedali italiani.

Diffusione delle varianti che “ci fa prevedere che malati ne avremo molti di più e rischiamo di dover di nuovo fronteggiare un’ondata pesante di infezioni”, questa la previsione di Galli. Ovviamente, precisa, non è affatto divertente prevedere un evento così negativo. Ma le sue conclusioni sono quelle a cui sarebbe giunto qualsiasi suo collega, considerati i numeri in costante crescita delle nuove infezioni.

‘Lockdown nazionale una specie di feticcio’

“Il lockdown nazionale che è quasi una specie di feticcio sul quale è difficile esprimersi - prosegue poi Massimo Galli parlando di un eventuale lockdown - perché non piace a nessuno come idea, ha un pregio e un limite”. Secondo il medico, il pregio consisterebbe nel fatto “di far crollare di fatto le infezioni”, come accaduto nei mesi di marzo e aprile scorsi.

Ma il limite del lockdown è che “quando riapri sei da capo se le situazioni non vengono ancora contenute”. Fondamentale dunque, conclude il primario del reparto di Malattie infettive dell'ospedale milanese, velocizzare le operazioni di vaccinazione, sia sulle categorie più a rischio come gli ultra settantenni, che nelle zone più colpite dalla pandemia dichiarando delle zone rosse.