"Sapevo che era lui ad averli uccisi già due giorni dopo la loro scomparsa, ma non lo potevo dire. Ho vissuto nel terrore che la verità non venisse alla luce". Se gli inquirenti all'inizio sospettavano di Benno, la sorella Madè, fin da subito ha avuto la certezza che fosse stato lui a togliere la vita ai loro genitori, la 68enne Laura Perselli e il 63enne Peter Neumair.

Madè non crede al pentimento di Benno. Il 9 marzo, la 26enne attraverso una lettera aperta ha rotto il silenzio. Se lo era imposto dal 4 gennaio, giorno della scomparsa dei genitori.

Ieri, la Procura di Bolzano con una breve nota ha comunicato l'avvenuta confessione di Benno dopo due interrogatori i cui verbali sono stati solo ora desecretati. La prima confessione sarebbe avvenuta un mese fa, dopo il ritrovamento del corpo della mamma nell'Adige. Sarebbe stata senza lacrime né rimorsi, come anche la seconda.

La confessione di Benno 'non è un traguardo'

Madè ha appreso dalla stampa la notizia della confessione del fratello. Tornata in Germania, dove vive e si sta specializzando come medico ortopedico, l'ha saputo quando stava entrando in sala operatoria. Nella lettera, intrisa di forza e coraggio e diffusa dal legale Carlo Bertocchi che la assiste in quanto parte civile, scrive che la confessione del fratello per lei non è un traguardo.

Rappresenta una svolta solo nel senso che d'ora in poi faciliterà il percorso in quello che finora sembrava un processo puramente indiziario.

Il fatto che Benno abbia ucciso "a sangue freddo" la madre e il padre, per Madè era una certezza "violentemente e dolorosamente evidente fin dal primo pomeriggio del 6 gennaio, come sanno gli inquirenti e le persone a me più care".

Lascerebbe quindi capire che non è stato d'impeto neanche il primo delitto quello verso il padre, strangolato da Benno con una corda da arrampicata. Non crede che il fratello sia pentito e affranto come hanno scritto i suoi difensori, Flavio Moccia e Angelo Pola, in un comunicato diffuso proprio ieri.

Nella missiva, che in parte è anche una replica a loro, evidenzia che la confessione è arrivata dopo il ritrovamento del corpo della mamma che presentava segni di violenza: sarebbe stato un passo obbligato rispetto al quadro indiziario a carico del fratello.

Non l’effetto del venir meno di tutte quelle difese di negazione e di rimozione, di cui hanno parlato i legali di Benno per giustificarne il lungo silenzio nelle settimane successive al fatto. Madè annota, invece, il modo arrogante con cui dalla balaustra del terrazzo della casa di Bolzano dove ha ucciso i genitori, guardava forze dell'ordine e giornalisti per poi lamentarsi al telefono con lei, nauseato o irritato da tutte le 'strane domande', e infine fabbricare in più interviste, con voce gelida, "teorie depistanti e palesi menzogne".

Madè sente i genitori vicinissimi

Madè stenta a credere di essere riuscita a mantenere calma e concentrazione in una condizione di dolore annientante. Ritiene che ad aiutarla siano stati proprio gli amati genitori: li ha sentiti vicinissimi ogni giorno, le hanno dato la forza di rialzarsi ogni mattina.

E sente che stanno continuando a darle lo stesso affetto di sempre ma "nel modo più puro". Riferisce con parole scelte e nette che il 4 gennaio ha provato sulla sua pelle che "il bene non sempre vince il male, che l’amore di una mamma e di un papà a volte può non bastare", e che nessuna condanna potrà restituirle ciò che le è stato tolto per sempre "a mani nude".

Intende andare avanti perché la verità possa vincere. Sente di avere il cuore colmo d’amore per i genitori, gratitudine verso l’Arma dei carabinieri, gli inquirenti e i suoi legali. Nonostante la tragedia che l'ha investita, riesce ancora a a vedere il bene e la luce nella propria vita, grazie anche alla vicinanza che sente da parte di tutti verso la sua famiglia.

"La vita vuole la vita", scrive a conclusione della lettera citando una frase che le ripeteva sempre sua mamma Laura.

Benno, per lo zio 'un manipolatore'

Gianni Ghirardini, zio di Benno, ha saputo anche lui dai media della confessione del nipote. Tempo fa gli aveva scritto e spedito in carcere una lettera invitandolo a confessare, ma non crede che sia stata la sua richiesta ad aver avuto effetto. Crede, come Madè, che Benno si sia deciso a parlare solo per convenienza personale, o perché glielo hanno consigliato gli avvocati. Non c'è pentimento: "Aveva l'acqua alla gola, fa comodo confessare. La sua è una strategia. Deve dire dove è il corpo di Peter", sostiene Ghirardini.

Lo zio lo descrive come una personalità difficile, infantile, un narcisista patologico.

"Ha una mente disturbata, che è una cosa che si vede col tempo. Però è assolutamente capace di intendere e di volere: non c'è impeto ma premeditazione". Lui, come Madè e la famiglia, sarebbero contrari alla perizia psichiatrica chiesta ieri sia dalla Procura che dalla difesa di Benno.