Benno Neumair ha forse deciso di confessare? Potrebbe essere a una svolta il caso di Cronaca Nera che da inizio gennaio ha sconvolto la tranquilla città di Bolzano e scosso l'Italia. Il 30enne, unico indagato per il duplice omicidio volontario dei suoi genitori e l'occultamento dei loro corpi, intende parlare. Lo hanno reso noto i suoi legali, Flavio Moccia e Angelo Polo. La Procura di Bolzano avrebbe confermato la notizia. L'istruttore di fitness e insegnante di matematica, finora ha respinto le accuse proclamandosi innocente e si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Benno Neumair, probabile cambio di strategia

Bennno vuole essere interrogato dai pubblici ministeri Igor Secco e Federica Iovene. Sono i magistrati che dal 5 gennaio, l'indomani della scomparsa di Laura Perselli e Peter Neumair, conducono le indagini. Intenderebbe raccontare la sua verità sui misteri della vicenda. Intende forse svelare dove sia il corpo di suo padre che, malgrado le ricerche a oltranza nell'Adige e altrove, non è ancora stato trovato? È solo una tra le ipotesi.

La Procura non ha ancora fissato una data per l'interrogatorio. Il 30enne potrebbe essere ascoltato già la settimana prossima. La notte tra il 28 e il 29 gennaio, accompagnato dai suoi legali, Bernno si è costituito, ma non ha mai confessato di aver ucciso i genitori.

La mattina del 29 gennaio è stato portato nel carcere cittadino dove tuttora si trova in custodia cautelare. In isolamento da quasi un mese, è sempre rimasto in silenzio.

Ora vuole parlare: potrebbe trattarsi di un cambio di strategia processuale in vista di una confessione e della richiesta da parte dei suoi legali di una perizia psichiatrica.

Una scelta che arriverebbe come risposta difensiva di fronte a un quadro in realtà ben delineato: per la Procura è un assassino, lucido e determinato. La custodia cautelare in carcere è stata confermata dal tribunale del Riesame che ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dai suoi legali. L'impianto accusatorio di tipo indiziario, sarebbe univoco e solido.

A questo punto delle indagini, i suoi legali hanno potuto leggere gli atti dell'inchiesta contenuti in oltre mille pagine. La linea difensiva potrebbe puntare alle attenuanti.

Benno, continua la ricerca del corpo del papà

Il corpo di Peter non si trova nemmeno ora che, dopo i sommozzatori dei vigili del fuoco e i cani molecolari, le ricerche sono condotte dai carabinieri del nucleo subacqueo di Genova-Voltri, gli stessi che cercarono corpi dopo il naufragio della Costa Concordia. Il loro lavoro proseguirà per altri quattro o cinque giorni. In quasi due mesi di indagini, è emersa una storia complessa: tra Benno e i genitori i rapporti erano diventati sempre più tesi. La situazione era precipitata dopo che quest'estate Peter era dovuto andare a prendere il figlio di corsa in una clinica psichiatrica tedesca e Benno era tornato a vivere con loro.

Il corpo della mamma Laura Perselli, ripescato sabato 6 febbraio dal fiume Adige, per l'accusa è al momento la prova principale contro Benno, perché è un corpo che 'parla' e racconta una dinamica omicidiaria: l'autopsia ha stabilito che la donna è stata strangolata con una corda da arrampicata, compatibile con una di quelle usate da Benno durante la sua attivià sportiva in montagna. Laura è stata colta di sorpresa e non ha potuto neanche accennare un tentativo di difesa: ci sarebbe stata meticolosa premeditazione dell’omicidio e un'esecuzione perfetta. Le corde da arrampicata sono alcuni tra i 400 oggetti repertati dai Ris nell'abitazione familiare di via Castel Roncolo a Bolzano. Intanto, in un laboratorio specializzato di Roma stanno andando avanti le analisi sui reperti raccolti dai Ris anche nell’auto di famiglia utilizzata dall’indagato la sera della scomparsa dei genitori e su cui avrebbe caricato i loro corpi.

Benno, Martina e la questione dei vestiti

La vicenda dei vestiti proverebbe la premeditazione del duplice omicidio. Come è noto, alle ore 22 del 4 gennaio, Benno andò a cena da Martina, la ragazza che frequentava, tuttora indagata per favoreggiamento. Arrivò in ritardo, per poi andare via la mattina dopo molto presto.

Martina lavò i vestiti che il 30enne lasciò nel bagno dopo essersi fatto una doccia appena arrivato da lei. Martina ha consegnato i vestiti di Benno agli inquirenti solo dopo 20 giorni, mentre prima aveva detto che Benno non aveva lasciato niente. Ha sostenuto di non averlo fatto prima perché avrebbe avuto paura. Sarebbe stata coinvolta in qualcosa di più grande di lei. Per gli inquirenti, la visita di Benno da lei quella sera, è stata finalizzata all'obiettivo di precostituirsi un alibi. Martina potrebbe essere stata utilizzata per un eccesso di disponibilità. Allo stesso modo, avrebbe manipolato un'altra ragazza con cui andò a lavare l'auto dei genitori scomparsi.