Con il passare delle ore emergono nuovi particolari sul duplice delitto di Peter Nuemair e della moglie Laura Perselli: il figlio Benno, dopo averli strangolati con una corda da roccia, sarebbe rimasto lucido, tanto da depistare le indagini, attraverso una serie di comportamenti che potrebbero dimostrare la premeditazione del giovane. Inoltre è emerso come Benno volesse fuggire da Bolzano, quando era già indagato per la scomparsa dei genitori. Infatti il ragazzo avrebbe raccontato a un’amica che abita in Germania di volersene andare in India. La difesa però ha sempre ribattuto che, se Benno avesse voluto scappare, avrebbe potuto benissimo farlo prima del 29 gennaio, quando è stato arrestato.

Il depistaggio con il cellulare della madre ideato da Benno Neumair

Le operazioni di depistaggio messe in atto da Benno sono iniziate già subito dopo il delitto di Peter e Laura: nel tardo pomeriggio del 4 gennaio il giovane ha preso il cellulare della madre e lo ha abbandonato, probabilmente dietro a un cespuglio, nei pressi di ponte Roma a Bolzano, lasciandolo acceso. Due ore dopo, verso le 21, il giovane è tornato sul posto, lo ha recuperato e lo ha spento per sempre, gettandolo via. In questo modo ha lasciato credere per qualche tempo agli inquirenti, attraverso l’esame delle celle telefoniche, che la donna si fosse soffermata a lungo in quella zona della città, prima di scomparire nel nulla.

Tuttavia, durante le indagini si è scoperto che anche Benno si trovava nelle vicinanze di ponte Roma proprio quando il telefonino della madre è stato rilevato in quell’area: a tradirlo sarebbe stata una telefonata ricevuta da un’amica.

Lo stratagemma di Benno per confondere i cani molecolari

Alcuni giorni dopo la scomparsa dei genitori, Benno Neumair ha fornito ai soccorritori, che utilizzavano i cani molecolari per le ricerche della coppia, un paio di scarpe che secondo lui erano della madre e uno di pantofole del padre.

In realtà il giovane ha mentito, perché le calzature appartenevano alla sorella Madé e non a Laura, così come le pantofole erano le sue e non di Peter: in quel modo gli animali non avrebbero mai potuto fiutare le tracce dei genitori spariti nel nulla. Inoltre aveva fatto indossare a un’amica, durante una passeggiata, la giacca del padre, in seguito consegnata agli inquirenti: anche grazie a questo trucco i cani nei primi giorni non hanno individuato nessuna pista utile da seguire.

Del resto le indagini hanno dimostrato come Benno, dopo il delitto, abbia caricato i corpi nell’auto di famiglia per poi gettarli nell’Adige dal ponte di Verdena: per questa ragione gli animali non riuscivano a trovare tracce di un’ipotetica passeggiata nei boschi della coppia.

Benno ha pulito meticolosamente alcuni angoli della casa dei genitori

Nei giorni successivi alla scomparsa dei genitori Benno Neumair ha voluto eliminare ogni traccia dell’aggressione, pulendo meticolosamente il pavimento del soggiorno di casa, tanto che le fughe delle piastrelle in alcune zone sono diventate bianchissime e risaltano rispetto a quelle che il giovane non ha toccato. Inizialmente il trentenne si è giustificato dicendo che il vecchio cane della nonna aveva vomitato in quell’angolo dell’appartamento.

Tuttavia le analisi dei Ris non hanno fornito alcun riscontro a questa versione: invece si è scoperto che, per eliminare i segni del delitto, Benno ha acquistato una tanica da cinque litri di acqua ossigenata e un nuovo spazzolone.

Per dimostrare la premeditazione, in queste ore gli inquirenti stanno soffermandosi sull’arco temporale intercorso tra il decesso di Peter Neumar e quello della moglie: nella sua confessione Benno avrebbe sostenuto di essere stato sorpreso da Laura quando aveva appena ammazzato il padre, al termine dell’ennesima lite scoppiata tra i due, e di aver immediatamente strangolato la donna. Chi indaga invece pensa che siano passate alcune ore tra un delitto e l’altro: quindi, una volta ucciso il padre, il trentenne avrebbe avuto tutto il tempo di pianificare l’assassinio della madre e di decidere come occultare i corpi delle vittime.