Benno Neumair ha ricostruito nel corso di due interrogatori la propria versione dei fatti sul delitto dei genitori, da lui commesso lo scorso 4 gennaio. I verbali del racconto del giovane sono stati resi pubblici nel corso della trasmissione Quarto Grado, su Rete 4: come avevano ipotizzato gli inquirenti, Benno avrebbe agito in due momenti diversi. Il primo ad essere aggredito dal 31enne sarebbe stato il padre Peter Neumair, durante l’ennesimo alterco tra i due. “Mi rinfacciava che non valessi niente”, ha spiegato l’assassino: il padre gli avrebbe dato dell’irresponsabile, del fallito, incalzandolo ripetutamente.
Sarebbe stato in quel momento che Benno, ormai fuori di sé, avrebbe preso da una bacinella in cui conservava gli attrezzi per la montagna una corda da arrampicata, con la quale avrebbe strangolato il genitore.
Il racconto del litigio di Benno con il padre Peter
Secondo il racconto di Benno, quel pomeriggio avrebbe litigato a più riprese col padre: inizialmente avrebbe discusso su chi dovesse portare fuori il cane della nonna, che in quelle ore era ricoverata in ospedale e stava per essere dimessa. Infatti la madre di Benno, Laura Perselli, era andata a trovarla. I due uomini, rimasti soli in casa, avrebbero discusso animatamente, con i rimproveri di Peter al figlio perché collaborava poco in famiglia.
A quanto pare Benno si sarebbe inizialmente rifugiato in camera sua per rimanere da solo. Ma il padre l’avrebbe raggiunto dopo un po’ per parlare di soldi, e più precisamente dell’affitto dell’abitazione. Secondo la versione del giovane, Peter avrebbe preteso che il figlio si trasferisse nell’appartamento al piano inferiore, altrimenti gli avrebbe chiesto di contribuire all’affitto di casa con 700 euro e non più 350.
Inoltre il padre avrebbe fatto più volte nel corso della lite riferimenti alla sorella Madé, che riusciva a pagarsi da sola la casa in Germania. Benno ha raccontato di aver aggredito il padre nel corridoio, ma non è riuscito a ricordare l’esatta dinamica dello strangolamento; di certo è rimasto seduto vicino al corpo ormai esanime di Peter per qualche tempo, forse rispondendo anche a una chiamata del cellulare.
Poi, il giovane ha spiegato di essersi avvicinato alla porta, una volta sentito il rumore del chiavistello e di aver aggredito la madre appena entrata, con lo stesso cordino, senza lasciarle il tempo di reagire.
Dopo aver ucciso la madre, Benno si è preoccupato di far sparire i telefoni cellulari dei genitori
Benno ha raccontato anche del suo comportamento subito dopo aver ucciso i genitori: il giovane ha preso i cellulari dei due e li ha portati via per sbarazzarsene. Per farli sparire è arrivato in bici fino al ponte Roma, dove avrebbe buttato entrambi i telefonini. In quei minuti avrebbe incontrato anche due conoscenti sudamericani a cui avrebbe chiesto della marijuana, non prendendola però, perché non aveva portato con sé del denaro.
Subito dopo sarebbe tornato a casa per caricare i corpi delle vittime nel bagagliaio dell’automobile di famiglia, per poi gettarli nell’Adige dal ponte di Ischia Frizzi, durante il viaggio verso l’abitazione dell’amica Martina, con la quale ha trascorso la notte successiva al delitto di Peter e Laura.
I depistaggi di Benno nelle ore immediatamente seguenti al delitto
La versione di Benno discosta in diversi punti dalle ricostruzioni effettuate dagli inquirenti, secondo i quali ad esempio il giovane non avrebbe immediatamente gettato il cellulare della madre, ma l’avrebbe nascosto lungo l’argine, dietro a un cespuglio vicino al ponte Roma, lasciandolo acceso, in modo da far credere che la donna si fosse fermata a lungo in quella zona distante da casa, prima di scomparire nel nulla insieme al marito.
Questo è uno dei tanti depistaggi che il ragazzo avrebbe ideato nelle ore immediatamente successive al duplice delitto di cui è accusato. Benno deve rispondere anche del reato di occultamento dei corpi delle vittime, buttati dell’Adige: il fiume ha restituito lo scorso 6 febbraio i resti da Laura, mentre non sono state ancora trovate le spoglie di Peter.