"Voglio l'ergastolo": in un'intervista pubblicata il 15 marzo, sul quotidiano La Repubblica nell'edizione partenopea, Valeria Pinto chiede che sia resa giustizia a sua sorella Ornella, di 39 anni, uccisa dall'ex compagno a Napoli. La notte del 13 marzo scorso, Ornella è stata raggiunta in casa da Pinotto Iacomino, di 43 anni. L'uomo, padre del bambino di quattro anni che dormiva in una stanza dell'abitazione, l'ha colpita con 12 coltellate. È stato un "delitto vile e di una brutalità inaudita", ha detto Giuseppe Longo, direttore generale dell'ospedale Cardarelli dove la donna era stata ricoverata d'urgenza per salvarle la vita, ma non ce l'ha fatta.

Ornella Pinto, la sorella: 'È stato una belva'

Valeria Pinto non vuole sentire né leggere inesattezze, notizie assurde sul conto di sua sorella, assassinata dall'uomo che aveva amato, con cui aveva convissuto e avuto un figlio. Vuole che si dica e si scriva la verità: Iacomino, che agli occhi suoi e degli altri familiari sembrava un uomo "normale", si è rivelato essere "una belva", "un carnefice", "un macellaio". Non è vero che sua sorella lo avesse abbandonato da un anno, che l'avesse lasciato fuori casa e che non gli facesse vedere il figlio. Ornella era sempre disponibile con lui, e aveva già comprato un regalo in vista della festa di San Giuseppe, un giubbotto che il bambino avrebbe consegnato a suo padre.

In questa settimana, avrebbero dovuto festeggiare tre ricorrenze: il compleanno del bambino, l'onomastico di Pinotto e la festa del papà. "Invece è arrivato come una furia in casa, l'ha uccisa nel sonno, era tutto premeditato". Valeria riferisce che Ornella è stata colpita a freddo e alle spalle. L'ex compagno è entrato in casa con un coltello avvolto in uno strofinaccio.

Lama e strofinaccio non sarebbero tra gli oggetti presenti nell'abitazione. Valeria chiede che, "se esiste la giustizia in questo Paese", sia dato l'ergastolo all'assassino di sua sorella.

Ornella Pinto, un regalo per la festa del papà

Ornella, laurea in filosofia, faceva l'insegnante di sostegno in un liceo artistico. Abitava al terzo piano di un palazzo in via Filippo Cavolino, nel quartiere napoletano San Carlo Arena.

Sotto casa sua, ora ci sono biglietti, fiori e scarpe rosse. Dopo sei anni, la storia d’amore tra lei e Pinotto era giunta al termine. Da un paio di mesi, Ornella aveva preso la decisione di separarsi, dando la possibilità all'uomo di venire a casa per vedere il figlio. Finché non è accaduto, l"inimmaginabile" come lo definisce Valeria.

Lei e gli altri familiari sono sconvolti perché niente faceva presagire che l'ex compagno di Ornella diventasse il suo assassino. Nessuno aveva avuto sentore di un pericolo. Ornella non aveva mai ricevuto minacce, ed era tranquilla al punto che aveva lasciato all'ex una copia delle chiavi con cui è entrato in casa. La famiglia di Ornella ha continuato ad essere affettuosa con lui fino al giorno prima del femminicidio.

Il 12 marzo, infatti, il reo confesso ha incontrato il suocero lamentandosi che con la separazione avrebbero perso tutti i contatti. Il papà di Ornella l'ha rincuorato: gli ha detto che con la fine della relazione, restava il padre del bambino e avrebbe potuto vederlo quando voleva e contare sul suo appoggio. È stata proprio la sorella a chiamare polizia e 118 alle 4 e 30 di notte dopo aver ricevuto una telefonata della vittima, in fin di vita per essere stata accoltellata dall'ex compagno, nel frattempo fuggito. Il rammarico di Valeria è che quella sera ha chiesto alla sorella di restare a dormire, ma lei ha preferito tornare a casa.

Iniziativa all'ospedale Cardarelli

Medici e infermieri che hanno provato a salvare Ornella Pinto sottoponendola a un intervento chirurgico, stamattina, 15 marzo, si sono riuniti insieme ai colleghi dell'insegnante, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid.

Hanno lasciato un fiore sulla panchina rossa dell'ospedale, per testimoniare la volontà di proseguire nella lotta contro la violenza sulle donne. Presenti anche i rappresentanti del Centro antiviolenza Dafne del Cardarelli e la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio. In memoria di Ornella Pinto, le bandiere sono state ammainate nelle sedi del Consiglòio regionale della Campania e del comune di Napoli.

Oggi, il fermo dell'uomo che deve rispondere di omicidio volontario è stato convalidato dal gip. Iacomino, dopo aver accoltellato l'ex compagna, credendola morta è fuggito da Napoli senza una meta precisa. Ha percorso 350 chilometri, finché, alle sette del mattino si è presentato alla Stazione dei Carabinieri di Montegabbione, in provincia di Terni per costituirsi. Ora il reo confesso si trova presso il carcere di Terni. Sostiene di aver ucciso perché non voleva separarsi.