Michael Collins ha perso la sua battaglia contro il cancro. L'astronauta statunitense si è spento questo 28 aprile in Florida, aveva 90 anni.
Fu scelto dalla Nasa per compiere una delle più importanti missioni della storia: il primo 'sbarco' sulla Luna.
La missione lunare
Era il 16 luglio 1969 quando Michael Collins, Edwin “Buzz" Aldrin e Neil Armstrong vennero lanciati dal Kennedy Space Center a bordo dell'Apollo 11. La missione durò otto giorni e culminò con il primo allunaggio della storia. Quel 20 luglio 1969, Michael Collins sedeva da solo al comando del Columbia.
Un lander stava trasportando i suoi compagni di equipaggio a fare “il loro piccolo passo per l'uomo”, Collins fluttuava a circa 96 km sopra la Luna, mantenendo attivo il modulo di comando. Per ben 21,5 ore, durante le quali, il modulo andò alla deriva dietro la Luna e Collins perse completamente i contatti con il Centro di Controllo Missione: era completamente solo. Come dichiarò successivamente però, non si sentì mai completamente solo in quella desolazione. Era piuttosto terrorizzato che i suoi compagni non tornassero. Invece tornarono e scrissero la storia.
Tutti e tre, una volta sulla Terra, ricevettero la Presidential Medal of Freedom, la più alta onorificenza civile negli Usa. La medaglia recitava: “Il suo contributo a questa grande impresa sarà ricordato finché gli uomini si chiederanno, sogneranno e cercheranno la verità su questo pianeta e tra le stelle”.
Tuttavia, non fu propriamente così. Soprattutto per Collins che rimaneva costantemente il nome mancante alla domanda sull'equipaggio dell'Apollo 11, in quanto a differenza dei due colleghi non mise mai piede sulla Luna.
La vita di Collins dopo la Luna
Collins continuò a lavorare per la Nasa, sia aiutando altri equipaggi, come nel caso dell'Apollo 8, che prendendo parte ad altre missioni.
Collezionò oltre 266 ore nello spazio. Si mantenne poi lontano dalle diatribe tra Armstrong e Aldrin. Successivamente, mentre Neil Armstrong divenne un solitario e Buzz Aldrin si diede all'alcolismo, Michael Collins lasciò la Nasa.
Divenne direttore del National Air & Space Museum di Washington DC, dove lavorò per otto anni.
Anche se Collins non riuscì a lasciare la celebre impronta sulla Luna, c'è un piccolo cratere da impatto che porta il suo nome. È a circa 24 km dal sito di atterraggio dell'Apollo 11, nel cosiddetto Mare della Tranquillità. Esso rappresenta tutto il riconoscimento che voleva, come dichiarò in una recente intervista al New York Times.
Il 22 aprile scorso, in occasione della Giornata della Terra aveva scritto sul suo Twitter: "Sono certo che, se tutti potessero vedere la Terra fluttuare appena fuori dalle loro finestre, ogni giorno sarebbe la Giornata della Terra. Ci sono poche cose più fragili o più belle della Terra, lavoriamo insieme oggi e tutti i giorni per proteggere la nostra casa".