Rivarolo Canavese, comune alle porte di Torino, è sconvolto da una tragedia ancora senza un perché. Ieri sera, 10 aprile, all'ora di cena, Renzo Tarabella, pensionato di 83 anni, ha fatto una strage. L'uomo ha sparato contro quattro persone uccidendole nel suo appartamento, al quinto pianto di un palazzo a Corso Italia.
Le vittime sono la moglie, Rosaria Valovatto, di 79 anni, e il figlio disabile di 51 anni, che abitavano con l'uomo, i due proprietari dell'abitazione di Tarabella, Osvaldo Dighera, 74 anni, e la moglie Liliana Heidempergher, di 70.
Stanotte, all'arrivo di soccorritori e forze dell'ordine, il pensionato ha tentato di togliersi la vita ed è ora ricoverato a Torino.
Rivarolo Canavese, cosa si sa dell'accaduto
Secondo una prima ricostruzione fatta dai carabinieri che stanno indagando sulla strage, Renzo Tarabella ieri sera avrebbe prima fatto fuoco con la sua arma, una semiautomatica regolarmente detenuta, uccidendo il figlio e la moglie Rosaria. I vicini proprietari di casa, Osvaldo Dighera e la moglie Liliana Heidempergher che abitavano al piano di sopra, verso le 20, dopo aver sentito colpi d'arma da fuoco, sarebbero andati nell'appartamento di Tarabella per capire cosa potesse essere accaduto. I coniugi Dighera erano tornati a casa verso le 19:30 dopo aver fatto la spesa alla figlia, da poco diventata mamma.
A casa loro era rimasta la tavola imbandita per la cena. Vedendoli sopraggiungere, Tarabella avrebbe sparato anche contro di loro, per poi vegliare per alcune ore i corpi delle quattro vittime. A dare l'allarme, nella notte tra il 10 e l'11 aprile, è stata la figlia dei coniugi Dighera che abita nel palazzo di fronte ai genitori.
La donna, dopo aver sentito degli spari, aveva cercato di contattare telefonicamente i genitori senza avere alcuna risposta. Era andata a citofonare ma a vuoto: i suoi genitori sembravano scomparsi. Infine, più tardi ha chiamato i carabinieri. I militari, da un primo controllo, hanno accertato che il pensionato aveva un regolare porto d'armi e lecitamente custodiva in casa una semiautomatica calibro 9.
Po, giunti nell'edificio verso le tre di notte, hanno suonato a tutti i citofoni: oltre che all'interno dei coniugi Dighera, anche a quello dei Tarabella Valovatto ma non rispondeva nessuno. Quando i militari sono entrati nell'appartamento di Tarabella dal balcone con l'aiuto dei vigili del fuoco, l'anziano si è sparato alla testa con la stessa arma con la quale aveva ucciso le quattro persone, ed è stato prontamente socorso. In casa, sotto gli occhi dei militari, anche quelli del nucleo investigativo di Torino, e dei pompieri, si è presentata una scena terribile.
Una città sconvolta in cerca di un movente
Non si sa cosa abbia spinto il pensionato a compiere la strage. I carabinieri lavorano per individuare un movente.
In queste ore hanno sentito conoscenti, vicini di casa, parenti e la figlia di Renzo Tarabella e Rosaria Valovatto che abitava altrove: sotto shock, la donna non ha detto una parola. La comunità sconvolta si interroga. Il sindaco, Alberto Rostagno, giunto sul posto, ha parlato di un fatto "drammatico e inspiegabile" per Rivarolo Canavese. Il primo cittadino non conosceva Tarabella ma i coniugi Dighera, "due bravissime persone che sono state uccise forse senza motivo“. Secondo Giuseppe Ferrando, procuratore capo di Ivrea che coordina le indagini, non sembra ci fossero attriti tra lui e i proprietari di casa uccisi. Non ci sarebbe stata alcuna lite. Verranno fatti accertamenti sui tabulati telefonici per verificare se possano emergere elementi utili a capire cosa possa essere accaduto nelle ore precedenti.
Alcuni vicini hanno testimoniato che Enzo Tarabella esibiva l'arma e se ne vantava. Per altri, era un tipo burbero e scontroso. Che fosse burbero, l'ha riferito anche l'ex genero che, da quando si era separato dalla figlia, aveva interrotto ogni rapporto con il suocero. La disabilità del figlio comportava che questi fosse accudito come un bambino. Il padre, da qualche mese, non aveva più voluto che fosse seguito dai servizi sociali. Da quel momento, il nucleo familiare che abitava al sesto piano del palazzo di Corso Italia, si sarebbe chiuso in se stesso.
Le condizioni di Tarabella
Renzo Tarabella è stato trasportato nella notte d'urgenza in condizioni gravissime all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino.
Alle 8:30 di questa mattina, è stato portato in sala operatoria per essere sottoposto a un intervento chirurgico durato circa tre ore. Ora è in prognosi riservata: il proiettile non ha leso organi vitali, ma ha provocato lesioni importanti al massiccio facciale. Solo la sua testimonianza permetterebbe agli inquirenti di capire cosa abbia tramutato un probabile dramma familiare in una strage.