Proverebbe un "fortissimo pentimento" Benno Neumair, il 30enne reo confesso che a Bolzano lo scorso 4 gennaio uccise entrambi i genitori, Laura Perselli e Peter Neumair. Quindi gettò nel fiume Adige i loro corpi, recuperati a distanza di molto tempo, prima quello della mamma, poi del papà, dopo una serie di vicissitudini e depistaggi.

Da quattro mesi, Benno è recluso nel carcere bolzanino: per aver ucciso i genitori e averne occultato i corpi, rischia l'ergastolo. La tragedia ha sconvolto la comunità locale, dove tutti, almeno di vista, si conoscono, e l'Italia intera.

L'ex supplente di matematica ed ex culturista, ha scelto di rompere il silenzio rilasciando dichiarazioni all'agenzia Adnkronos, mosso dall'intento di dare la sua versione dei fatti.

Benno: 'Quel giorno ho avuto un blackout'

Del Benno di un tempo, tutto muscoli e ostentazione fisica, non vi è più traccia. Al maniacale allenamento a cui si sottoponeva nella vita precedente ed esibiva sui social, ha sostituito altre attività. In carcere potrebbe allenarsi, ma preferisce leggere, per lo più romanzi di viaggi, come Robinson Crousoe, mai i gialli. Nella cella che condivide con due detenuti, come lui reclusi per efferati omicidi e in attesa di giudizio, cerca di dimenticare. L'esercizio che farebbe nella sua nuova dimensione esistenziale, sarebbe mentale: cercare di cancellare dalla memoria la data del 4 gennaio.

Il giorno in cui ha ucciso i genitori avrebbe avuto un black out mentale, sarebbe stato fuori della realtà. Affermazioni di chi sembrerebbe puntare al riconoscimento dell'infermità mentale.

Benno, ha poi detto di sapere che è difficile che gli venga riconosciuta la totale incapacità di intendere e di volere, e che neanche il "fortissimo pentimento" che starebbe provando gli risparmiarglierà la lunga pena che ha appena iniziato a scontare.

Ma vuole che ora si conosca anche la sua "verità". Giura di essersi commosso quando sono stati ritrovati i corpi dei genitori, e di essere stato infastidito da tutto il clamore mediatico. Alternerebbe momenti di profonda tristezza, ad altri di vita normale con i compagni di cella, ma sarebbe "disperato". Troverebbe un relativo conforto nei colloqui con lo psicologo del carcere, ma sarebbe ancora all'oscuro sul perché abbia ucciso i genitori.

La sua ricostruzione del duplice omicidio

Benno ha riferito di soffrire di un disturbo del sonno: gli provocherebbe un risveglio aggressivo che già in adolescenza avrebbe innescato episodi critici con la sorella Madé. Il giorno dell'omicidio, suo padre l'avrebbe svegliato con modi energici, avrebbero avuto una delle tante liti. Il padre gli avrebbe detto che non valeva nulla, a differenza di Madè che per i genitori sarebbe stata una figlia modello. Frasi che l'avrebbero accecato al punto che quando il padre sarebbe entrato in camera con veemenza, con un cordino che avrebbe avuto a portata di mano in un cestino, l'avrebbe strangolato".

Poi, si sarebbe addormentato a terra accanto al corpo del padre.

Sarebbe stato svegliato dal telefono: sua madre lo avrebbe chiamato per avvisarlo che stava tornando. Appena entrata in casa, con lo stesso cordino ancora in mano, avrebbe strangolato anche lei, senza che nemmeno potesse accorgersene. Sarebbe accaduto tutto in pochi minuti. La sua ricostruzione dei fatti diverge notevolmente da quella della Procura che, dopo accertamenti, sui cellulari dei genitori, ritiene che possano essere passate un paio di ore tra il primo e il secondo omicidio. Fatto che escluderebbe, almeno per il secondo delitto, il gesto d'impeto a favore invece della premeditazione.

Benno ha anche raccontato di essere andato via dalla casa di via Castel Roncolo nel 2010, per trasferirsi a studiare a Innsbruck, in Austria.

Sarebbe fuggito dalle liti con i genitori, e soprattutto dal confronto con la sorella Madè, "bravissima in tutto, prematura nei suoi traguardi", molto legata alla mamma che invece l'avrebbe sempre denigrato. Sarebbe tornato a vivere con i genitori a causa del Covid, in mancanza di occasioni di lavoro. Nessun riferimento, invece, all'episodio psicotico a luglio 2020 in Germania dove viveva con la fidanzata, a seguito del quale era stato sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio e il padre l'aveva riportato a casa.

Per la difesa Benno è seminfermo di mente

Per i consulenti nominati dalla difesa, Benno soffrirebbe di un grave disurbo della personalità che diminuirebbe la sua capacità di intendere e di volere, senza azzerarla del tutto.

Se venisse riconosciuta la seminfermità mentale, avrebbe una riduzione della pena fino a un terzo. È una conclusione parziale. A breve verrà deposita la perizia psichiatrica fatta dai periti nominati dalla gip Carla Scheidle e quella dei consulenti della Procura e della parte civile.