Dopo le tante proteste settoriali delle ultime settimane, come quelle del comparto della ristorazione, martedì 11 maggio piazza Montecitorio a Roma tornerà a ospitare una nuova manifestazione di protesta. È infatti previsto l'arrivo da ogni parte d'Italia di oltre duemila operatori del gioco legale. Imprenditori, dipendenti, sigle sindacali, tutti uniti per protestare contro la chiusura del settore, che dura da oltre 300 giorni e che non prevede ancora una data di fine. Nella road map di riaperture del governo non è ancora stato definito il giorno di sblocco del settore del gioco.
I motivi della protesta
La manifestazione è prevista martedì 11 maggio, dalle ore 15 alle 19 e si terrà nella piazza antistante la sede della Camera dei deputati, facendo seguito ad altre forme di protesta attuate sia nella stessa piazza che in altri contesti, come il tentato blocco della circolazione nel Grande Raccordo Anulare (avvenuta la scorsa settimana da parte di una associazione di noleggiatori di slot), e il presidio ai piedi del Palazzo della Giunta della Regione Lazio. Una data non casuale: in settimana si dovrebbe riunire la cabina di regia coordinata dal premier Mario Draghi con i ministri, i capidelegazione delle forze politiche di maggioranza e gli esperti del Comitato tecnico scientifico.
Non solo allentamento del coprifuoco o riaperture dei ristoranti al chiuso: gli operatori del gioco pubblico chiedono a gran voce anche di poter risollevare le saracinesche delle proprie sale da gioco, dei bingo e delle sale scommesse. La data auspicata è quella del 2 giugno, che arriverebbe dopo oltre sette mesi continuativi di chiusura totale.
Danni per tutto l’indotto e l’erario statale
Tra slot machine spente, bingo e sale scommesse chiuse, il settore ha perso solo nel 2020 il 44,2% degli introiti e i ristori sono serviti a coprire meno del 5% delle perdite subite. Non solo un imponente danno economico per le 150mila persone che lavorano in Italia nell’indotto del gioco legale, ma anche una batosta per il Fisco: secondo i dati del bollettino statistico delle Entrate diramato dal Dipartimento delle Finanze a causa delle sospensioni delle attività il Fisco ha perso 5 miliardi di euro nel 2020 di proventi da gioco e scommesse.
Il contraccolpo, oltre che economico, potrebbe anche essere sociale: secondo i portavoce degli operatori del gioco, questi rappresentano un presidio di legalità e si corre il rischio di lasciare campo libero alle mafie e alla criminalità. Recenti studi, confermati anche dagli organi di controllo del ministero dell’Interno, hanno infatti stimato una pericolosa crescita delle attività legate al circuito del gioco illegale, che viaggiano su piattaforme “puntocom” con server stranieri che sfuggono al controllo dell’Agenzia Dogane e Monopoli. Per Minenna, numero uno di Adm, durante il lockdown sono state individuate “200 sale con gioco illegale e irrorate sanzioni per quasi un milione di euro".