Chiara Gualzetti aveva solo 15 anni, tra un mese ne avrebbe compiuto 16. Viveva a Monteveglio, nel bolognese, con i genitori. A loro, domenica mattina alle 9, aveva detto di uscire per poco: "Dieci minuti e torno", aveva specificato. Avrebbe avuto molte cose da fare: lavarsi i capelli e portare a spasso l'amato cagnolino. Invece, non è più tornata. È stata trovata morta il 28 giugno. Ha 16 anni il ragazzo fermato che ha confessato il delitto.
Ritrovata morta a pochi metri da casa dopo 24 ore
La cercavano carabinieri, vigili del fuoco, protezione civile, volontari, unità cinofile, dopo che il papà Vincenzo e la mamma Giusi avevano lanciato l'allarme e chiesto l'aiuto di tutti.
A loro si era unito anche l'appello sui social alla comunità di Daniele Ruscigno, sindaco di Valsamoggia, nel cui territorio ricade Monteveglio.
Dopo una notte di angoscia, le speranze dei genitori sono definitivamente crollate. Era iniziato da un'ora il secondo turno di ricerche quando il corpo della ragazza, dilaniato da coltellate al collo e al torace, è stato trovato nel parco dell'Abbazia di Monteveglio, ad appena 200 metri da casa, parzialmente nascosto da un cespuglio. Si tratta di un'area boschiva molto frequentata, specie nel fine settimana, da escursionisti. Possibile che nessuno abbia visto né udito nulla? Per il troppo caldo, domenica non c'è stata affluenza nella zona? Non è chiaro da quanto tempo il corpo fosse nel luogo dove è stato ritrovato: oltre a tante coltellate, presentava lividi che farebbero pensare che sia stata anche picchiata.
Indagano sia la Procura dei minori che quella ordinaria. L'autopsia permetterà di circoscrivere l'orario della morte e definire le modalità.
Confessione dell'amico di Chiara, ignoto il movente
Chiara e il suo assassino si conoscevano bene e così le rispettive famiglie. Il padre gli aveva insegnato il mestiere di elettricista.
Con il coetaneo tiravano con l'arco nello stesso gruppo. A lui si è arrivati anche per via di alcune chat con Chiara che il ragazzo ha cancellato. Il minore è stato fermato il 29 giugno alle 4 e 30 dai carabinieri dopo la confessione fatta davanti ai militari e al pm della Procura minorile, molto lucida nei dettagli, confusa e contraddittoria nelle motivazioni.
Il ragazzo ha detto di aver agito da solo e di averla uccisa a pochi metri dal bosco dove si erano dati appuntamento domenica mattina. Ha sostenuto di averla uccisa perché guidato da "un demone interiore, una voce superiore". Ha fatto riferimento ad allucinazioni uditive che sarebbero collegabili a problematiche psichiatriche. Ma ha anche detto che la vittima avrebbe avuto l'intenzione di farla finita, per poi raccontare di un'infatuazione della ragazza per lui, non ricambiata. Oltre a sentire voci, sarebbe stato infastidito dalle avance di Chiara. Manca un movente che spieghi l'atroce delitto. La Procura dei minori di Bologna valuta la perizia psichiatrica, ma c'è il dubbio che il ragazzo abbia cercato di precostituirsi un alibi.
Se il perché è ignoto, per gli inquirenti, il delitto sarebbe stato premeditato: all'appuntamento con Chiara, il giovane assassino è arrivato armato di un coltello preso nella casa familiare e lì ritrovato durante la perquisizione. Era insanguinato come gli abiti. Tutto sequestrato, come pure il cellulare della vittima, cellulare e pc del minore. Al vaglio degli inquirenti, le chat sui social tra i due e con altri amici. In attesa della convalida del fermo, il ragazzo è in un centro di giustizia minorile. "Forse, ci sta raccontando qualcosa che lui ha subito e poi ha fatto subire a una persona. Forse, covava un odio talmente enorme da averlo riversato su una ragazzina che le aveva fatto avance.
Sono fatti che non possono esplodere all'improvviso", l'analisi della psicologa Maria Rita Parsi, ospite oggi della trasmissione di Rai1 - Estate in diretta.
Il papà di Chiara, 'Non mi rimane più niente'
"Non mi rimane più niente": la disperazione del padre di Chiara è totale. Proprio lui, è stato insospettito da una conversazione social tra il reo confesso e la figlia, ma scoperta quando ormai era troppo tardi. Vincenzo e la moglie, da Napoli si erano trasferiti nel borgo in una villetta in via dell'Abbazia, 15 anni fa, per garantire una vita tranquilla alla loro unica figlia. Nel racconto di Grazia Fortunato, una zia accorsa da Napoli, Chiara era una 15enne piena di sogni, buona e ingenua, si fidava delle persone, anche di chi non doveva.
A Valsamoggia, aveva frequentato il secondo anno dell'istituto alberghiero con la media dell'otto. "Amo la musica, mi affeziono facilmente e sono un gran disastro", scriveva di sé sui social. Si definiva forte come un arciere. Però poi manifestava nei suoi post l'idea di doversi difendere: "Viviamo in un mondo di predatori", scriveva come se avesse presagito per sé un pericolo mortale.