L'ultima lettera del nuovo testimone sul caso Denise Pipitone coinvolgerebbe Claudio Corona. Pare che pian piano stia cadendo il muro d’omertà che per 17 anni ha avvolto di mistero la scomparsa di Denise. Da quando la Procura della Repubblica ha riaperto le indagini, sono riapparsi diversi testimoni che sosterrebbero di possedere elementi probatori necessari ai fini delle indagini.

L’ultimo testimone avrebbe inviato una missiva agli organi inquirenti

L’ultimo testimone, andando in ordine di tempo, avrebbe inviato una missiva agli organi inquirenti in sui si firmerebbe e sosterrebbe di avere informazioni necessarie che potrebbero portare alla verità sulla scomparsa di Denise Pipitone.

La lettera chiamerebbe in causa anche Claudio Corona, il fratello di Anna, ex moglie di Piero Pulizzi, padre biologico di Denise. Claudio Corona non era mai stato iscritto finora nel registro degli indagati, perché considerato dai magistrati soggetto estraneo ai fatti.

Il nuovo testimone, il quale dichiara di non essere un collaboratore di giustizia, afferma: ‘Voglio la verità su Denise’. La lettera è stata resa pubblica, il 7 giugno 2021, durante la trasmissione in onda su Rai 2 ‘Ore14’ condotta da Milo Infante. La missiva al momento è al vaglio dei pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Marsala.

Il nuovo testimone dichiara di aver frequentato Claudio Corona e di aver numerose cose da rivelare per tutelare se stesso e la sua famiglia

L’autore della lettera chiede di essere ascoltato dai pubblici ministeri per poter finalmente raccontare tutto ciò che sa sulla scomparsa di Denise Pipitone. Intende raccontare soprattutto di Claudio Corona, precisando di non voler rivestire assolutamente il ruolo di collaboratore di giustizia.

Aggiunge inoltre di aver frequentato Corona e di aver numerose cose da rivelare per tutelare se stesso e la sua famiglia e soprattutto far emergere la verità, perché, secondo lui, ‘le donne e i bambini non si toccano’.

Un altro testimone, durante la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’, aveva raccontato dei suoi incontri con la famiglia Corona, specificando di aver avuto modo di frequentarli per lunghi periodi, lavorando con loro in traffici illeciti con altri personaggi di spicco della criminalità organizzata, i quali godevano di protezione. Claudio Corona respingeva le accuse, affermando che non c’era motivo di aver paura della sua famiglia.