Per la procura di Reggio Emilia Saman Abbas sarebbe stata uccisa dallo zio, che non avrebbe perdonato alla 18enne il suo allontanamento dalla famiglia e soprattutto dai precetti dell’Islam. Il 33enne pachistano, che avrebbe compiuto il delitto a Novellara con l’ausilio di due cugini della giovane, è ora ricercato in tutta Europa. Per gli inquirenti si sarebbe rifugiato in Francia: sembra difficile che sia riuscito ad arrivare fino in Spagna o che si sia diretto verso la Svizzera. Comunque gli investigatori sono sicuri che la caccia all’uomo non durerà ancora per molto: infatti il ricercato si muoverebbe senza un’automobile e non avrebbe con sé nessun cellulare.
Lo zio di Saman sarebbe fuggito in Francia
A dare la caccia al fuggitivo sono i carabinieri del Reparto operativo, in collaborazione con la polizia francese, che nei giorni scorsi ha fermato uno dei cugini di Saman, che nelle prossime ore dovrebbe essere estradato in Italia. Lo zio della 18enne non aveva mai avuto precendenti con la giustizia italiana: i titolari delle aziende agricole del Reggiano lo ricordano come un bravo lavoratore, che non dava problemi. Invece, per i magistrati che indagano sul caso, il 33enne sarebbe un uomo violento, che terrorizzava tutta la famiglia Abbas. In particolare, come ha riferito ai militari dell’Arma il fratello 16enne di Saman, lo zio – musulmano osservante – accusava la ragazza di non rispettare gli obblighi religiosi previsti per il Ramadan: numerosi erano stati in passato gli scontri della 18enne con lui e con i genitori per questa ragione.
La nozze combinate in Pakistan con un cugino di Saman
Per gli inquirenti l’altro movente dell’assissinio sarebbe il netto rifiuto di Saman al matrimonio combinato con un cugino in Pakistan: per i familiari, che avevano previsto il suo ritorno nel Paese natale, sarebbe stato inaccettabile il comportamento della ragazza. Ma ormai Saman sognava di rimanere con il fidanzato, un connazionale che aveva conosciuto in Italia, studiare, ottenere un diploma e poter viaggiare, senza dover sottostare alla volontà dei familiari.
Quindi sarebbe stato lo zio, di fronte al comportamento ribelle della 18enne, a decidere di punire la nipote, uccidendola: il padre della giovane non sarebbe stato in grado di opporsi a questo piano criminale, finendo col diventare complice del delitto. A quanto pare anche altri familiari, residenti in Pakistan, sarebbero stati a conoscenza della decisione di ammazzare Saman, come si evincerebbe da alcune telefonate intercettate, in cui lo zio parlerebbe delle menzogne che avrebbe inventato per giustificare la sparizione della ragazza.
Saman aveva deciso di tornare a casa, per provare a riconciliarsi con i familiari
Nonostante lo scorso ottobre avesse accusato i genitori per le nozze combinate, Saman – che era stata affidata a una comunità protetta dopo la sua denuncia – era tornata nell’abitazione a Novellara lo scorso 11 aprile, per provare a riconciliarsi con i familiari. Da allora però era rimasta reclusa in casa, pur trovando la forza di recarsi alla locale stazione dei carabinieri il 22 aprile, perché il padre si era rifiutato di restituirle la carta d’identità. Infatti il titolare dell’azienda agricola nella quale lavoravano i parenti di Saman ha spiegato agli inquirenti che, dal momento del suo ritorno in famiglia, la giovane era rimasta sempre dentro l’alloggio, uscendo solo per fare una passeggiata lungo i campi, insieme alla madre, senza mai rivolgere la parola a nessuno anche in quelle rare occasioni.
I genitori della ragazza scomparsa si sono rifugiati in Pakistan: la pm Isabella Chiesi ha spiegato che nei prossimi giorni sarà effettuata una rogatoria internazionale, per farli tornare al più presto in Italia.