"Ogni volta che andavo al lavoro pregavo Dio di avere un incidente e rompermi le gambe o rimanere paralizzata e poter stare a casa per sempre”. A parlare, ai microfoni della trasmissione Rai "Chi l'ha visto?" è una ginecologa 32enne in servizio all'ospedale Santa Chiara di Trento e scomparsa da Cles (in val di Non) in circostanze misteriose lo scorso 4 marzo. La giovane, arrivata in Trentino nel novembre 2020, avrebbe subito soprusi e mobbing sul posto di lavoro. Alcune ostetriche, in queste settimane, hanno confermato il clima pesante che si respirava in reparto.

La testimonianza delle colleghe di Sara Pedri

Nella serata di mercoledì 30 giugno, Federica Sciarelli ha ripercorso la vicenda di Sara Pedri, dottoressa di origine forlivese.

Nel corso della puntata diversi aspetti del caso di Cronaca Nera sono stati approfonditi ed è stato mandato in onda un servizio, realizzato da Veronica Griggi e Valentina Pellegrino, contenente alcune testimonianze importanti rilasciate da alcune colleghe della ginecologa. Dalle loro parole, emerge una situazione lavorativa decisamente difficile, caratterizzata da professionalità svilite, orari insostenibili e comportamenti al limite del mobbing.

"Ogni volta che andavo a lavorare - ha ammesso un'ostetrica del Santa Chiara - pregavo Dio per fare un incidente e rompermi le gambe o per rimanere paralizzata e poter restare a casa per sempre".

“Ti fanno lavorare per tre - ha continuato - ti uccidono di lavoro e quando poi ti ammali, ecco, a quel punto, quando ti permetti di prendere la malattia, ti mettono in disciplinare.

Fino a farti fuori”.

Anche Sara sarebbe stata vessata

Proprio questo clima lavorativo vessatorio e deteriorante, tra il 2016 ed il 2021, avrebbe indotto - come sottolineato dal consigliere Filippo Degasperi (Onda Civica) - a rassegnare le dimissioni ben 12 medici, tre infermieri e 47 ostetriche.

Anche Sara Pedri, arrivata in Trentino nel novembre 2020 dopo la specializzazione a Catanzaro, si sarebbe ritrovata vittima di questo sistema vessatorio e, per questo, il 3 marzo scorso, poche ore prima della sua scomparsa, ha inviato una lettera di dimissioni all'azienda sanitaria.

La dottoressa Michela Della Ducata, una biologa sua amica, ha riferito: "M" ha raccontato d'essere stata allontanata malamente dalla sala operatoria durante un parto cesareo. Una collega più anziana, mentre operava, le avrebbe dato un colpo su una mano come a indicare che non le piaceva in modo in cui stava facendo le cose".

Anche la sorella Emanuela e il fidanzato Guglielmo hanno confermato che Sara non si trovava bene al Santa Chiara. E ora, per comprendere, cosa è davvero accaduto nel reparto di ginecologia dell'ospedale trentino, l’Apss ha costituito una commissione interna e di aprire un'indagine.