Dopo 67 giorni di esplorazioni incessanti il 12 luglio sono state sospese le ricerche del corpo di Saman Abbas. Per gli inquirenti, la 18enne pakistana misteriosamente scomparsa il 30 aprile dopo aver rifiutato nozze forzate con un cugino in Pakistan, sarebbe stata uccisa e sepolta nelle campagne di Novellara, nella bassa reggiana. Artefici del delitto, sarebbero il padre, la madre, due cugini e uno zio, tutti indagati per sequestro di persona, omicidio premeditato e occultamento di corpo. Le ricerche si sono concentrate in una vasta area che circonda l'azienda agricola dove viveva e lavorava tutta la famiglia di Saman.

Saman, grande dispiegamento di mezzi e uomini

In oltre due mesi di perlustrazioni di serre, porcilaie e boschi, sono stati impegnati 500 carabinieri, unità cinofile, vigili del fuoco e polizia provinciale. Nelle ricerche sono state utilizzati i mezzi tecnologicamente più avanzati: geo scanner, elettromagnetometri, droni ed elicotteri. Alle unità cinofile 'convenzionali', si sono aggiunte quelle tedesche specializzate nelle ricerche di ossa umane. Le stesse usate nelle ricerche dei corpi di Peter Neumair e Laura Perselli, uccisi dal figlio Benno. Infine, al folto gruppo di specialisti impegnati a setacciare ettari di terreno, si erano aggiunti anche archeologi in grado di riconoscere anomalie nel terreno.

Ma del corpo di Saman non vi è traccia.

Ad eccezione del cugino Ikram Ijyaz, il padre Shabbar Abbas, la madre Nazia Shaheen, il cugino Nomanulhaq Nomanullhaq e lo zio Danish Hasnain che l'avrebbe materialmente uccisa, sono tutti latitanti e sono stati inseriti nella banca dati dell'Interpool: ovunque siano intercettati, saranno arrestati.

Nei confronti dei genitori della ragazza è stata presentata la rogatoria internazionale in Pakistan. Hasnain, interrogato dai carabinieri prima della fuga da Novellara, aveva sostenuto che la ragazza sarebbe scappata in Belgio.

Ikram Ijyaz è stato fermato il 21 maggio dalla polizia francese a Nimes. Estradato in Italia, resta detenuto: la richiesta di scarcerazione è stata respinta dal Tribunale del Riesame.

Non ha chiarito cosa facesse con una pala in mano il giorno precedente la scomparsa della ragazza e dove si dirigesse: così era stato ripreso da una telecamera di videosorveglianza dell'azienda agricola di Novellara. Né ha fornito informazioni utili all'indagine. La Procura di Reggio Emilia resta convinta che Saman sia stata uccisa: sarebbe attendibile la testimonianza del fratello minore della ragazza, l'unico rimasto in Italia e che abbia dato una ricostruzione dei fatti. Saman sarebbe stata uccisa, forse strangolata dallo zio, per aver rifiutato le nozze imposte. Lei amava un altro, un ragazzo anche lui pakistano, e voleva iniziare una vita di coppia all'occidentale e all'estero. Sospese le ricerche, i carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia e della compagnia di Guastalla coordinati dalla Procura reggiana, proseguono le indagini per trovare altrove il corpo della ragazza e i presunti responsabili dell'omicidio.

E se avesse ragione il fidanzato?

E se avesse ragione il fidanzato di Saman? Per il 21enne pakistano Ajub Saquib, le ricerche finora non hanno avuto esito perché non ci sarebbe nessun corpo da trovare: la ragazza andrebbe cercata viva, forse in Francia o in Spagna dove gli Abbas hanno parenti.

"Sento che è viva", ha detto Saquib che vive nel Lazio e con cui Saman doveva sposarsi. Avevano comprato gli abiti per le nozze, ma lei non aveva i documenti ed era tornata nella casa familiare di Novellara per farseli dare dal padre. Da quel momento è sparita. Saquib pensa che Saman potrebbe essere stata rapita dallo zio Danish Hasnain e dal cugino Nomanhulaq. Sarebbero irreperibili non perché l'avrebbero ammazzata, ma perché la terrebbero segregata.

Per Saquib, se fosse stata seppellita, i carabinieri a quest'ora l'avrebbero già trovata. Illusione di innamorato, o ipotesi da considerare? Per gli inquirenti è inverosimile che possa essere viva.

Il sogno di Saquib e la minaccia del padre di Saman

A Saquib, la testa, il cuore e anche i sogni, suggeriscono che l'amata Saman non sia morta. La sogna ogni notte: la vede prigioniera dietro delle sbarre o in una piccola stanza che piange e gli chiede di aiutarla. Al risveglio, Saquib non dimentica le minacce del padre di Saman. "Scappa dove vuoi e io ti trovo e ti ammazzo", gli aveva detto.

Per il 21enne, il fratello di Saman non è credibile: "Prima ha detto che è andata via, poi che era stata uccisa.

Secondo me il suo è un depistaggio per nascondere il fatto che lei è stata sequestrata. Per questo non è fuggito con i genitori. Gli hanno detto di recitare una parte per sviare le indagini e lui lo sta facendo".