È da mesi che in Sicilia si assiste a una crescita esponenziale di casi di violenza sulle donne e femminicidi. La 26enne Vanessa Zappalà, uccisa lo scorso 23 agosto da diversi colpi di pistola sparati dall'ex fidanzato, e la 46enne Ada Rotini, sgozzata stamane, 8 settembre, dal marito, sono solo gli ultimi di una lunga serie di nomi. Dall'inizio del 2021, infatti, si sono registrate 41 morti per femminicidio in tutta Italia e in genere annualmente si contano centinaia di donne uccise da uomini a loro vicine.

'Il problema è principalmente culturale'

Il Quotidiano di Sicilia ha intervistato Giuliana Spera, referente del collettivo "Non una di meno" di Palermo, hub del movimento globale contro la violenza di genere nato in Argentina. Spera ha ampiamente disquisito sull'argomento, dichiarando che la violenza fisica sia spesso preceduta da quella psicologica, caratterizzata da minacce, intimidazioni e violenza verbale, il tutto proveniente da uomini vicini alla vittima, quali ex mariti o fidanzati, spesso già segnalati alle forze dell'ordine a causa di episodi di stalking.

Le segnalazioni, secondo i dati, servono però a ben poco: esempio di ciò è l'uccisore di Vanessa Zappalà, il quale, nonostante le diverse denunce mosse dalla ex fidanzata, non è mai stato sottoposto a un controllo.

Sempre secondo Giuliana Spera, la sottovalutazione del rischio nasce da una questione culturale. Per far fronte ai femminicidi è infatti essenziale eradicare dalla nostra cultura la mentalità patriarcale già a partire già dall'educazione scolastica.

"Gli uomini non devono essere violenti e le donne non devono subire la violenza come una cosa normale" ha infatti argomentato, sottolineando come il patriarcato sia insito anche nei comportamenti del genere femminile, spesso educato a giustificare qualsiasi tipo di violenza.

La mentalità patriarcale si riversa poi in ogni ambito e le prove tangibili possono essere riscontrate nei processi di stupro, dove spesso i giudici valutano ogni comportamento della vittima e ne analizzano persino il vestiario, spesso adottato come capro espiatorio per "giustificare" i comportamenti dell'imputato. L'obiettivo di Giuliana Spera è quello di potenziare i centri antiviolenza e i consultori, che possono essere indubbiamente fonti di grande aiuto.

Forza Italia ha avviato in Sicilia una raccolta firme

Il coordinamento provinciale inclusione sociale e terzo settore di Forza Italia ha nel frattempo avviato una raccolta firme con l'obiettivo di presentare alla Camera un progetto di legge atto a contrastare la violenza sulle donne. Esso prevede l'obbligo di braccialetto elettronico e di un percorso di sostegno psicologico per gli uomini denunciati, e apposite sezioni di polizia giudiziaria specializzate nella repressione di tali reati. Si firmerà nei giorni 11 e 12 settembre nelle province di Catania, Ragusa e Messina.