La conferma arriverebbe proprio da sua madre, Nazia Shaheen: Saman Abbas sarebbe stata uccisa perché voleva essere libera di amare, anziché subire la 'condanna' a vita di un matrimonio combinato. La donna l'avrebbe confidato a un giovane pakistano che si è definito il migliore amico della 18enne. Il ragazzo ha riferito il contenuto del dialogo con Nazia Shaeen alla giornalista Carmen La Gatta del programma Fuori dal Coro.
La giovane pakistana è scomparsa quattro mesi fa da Novellara, nella bassa reggiana, nei pressi dell'azienda agricola dove tutta la famiglia viveva e lavorava.
Da allora, solo un cugino è stato arrestato e si trova in carcere a Reggio Emilia, ma continua a dichiararsi estraneo ai fatti. I genitori, lo zio e un altro cugino, indagati per l'omicidio e l'occultamento del corpo di Saman, sono tutti latitanti.
Saman, presunta complicità dell'intera famiglia
"Saman non è più in questo mondo, è morta ed è in Italia": sarebbero queste le parole pronunciate dalla mamma della ragazza inutilmente cercata per 67 giorni con un dispiegamento di uomini e mezzi nelle campagne di Novellara. A raccogliere la 'confessione' dell'omicidio, un ragazzo, attualmente non ancora identificato dalle forze dell'ordine, che si trova in Pakistan. Saman sarebbe stata vittima di un delitto d'onore compiuto dallo zio, Danish Hashnain, dopo essere stata condannata a morte dall'intero nucleo familiare perché colpevole di non essere una buona musulmana.
Il verdetto sarebbe stato pronunciato alla fine di una riunione tra i soli uomini della famiglia, e portato a compimento con l'assenso della madre e del padre. Nazia Shaheen e Shabbar Abbas avrebbe teso alla figlia la trappola per portarla nel luogo dove lo zio l'avrebbe uccisa.
Niente velo ma trucco esibito, Saman sui social si faceva chiamare 'Italian girl' ed era fiera di vestire all'occidentale, come tante ragazze, con jeans attillati e scarpe da ginnastica.
Si era fidanzata con Ayub Saqib, giovane pakistano che vive a Roma, dopo averlo conosciuto in chat. I due stavano per coronare il sogno di sposarsi. In Pakistan, Saman avrebbe dovuto sposare un cugino più grande di lei di alcuni anni.
Secondo il racconto della madre, i genitori, fuggiti in Pakistan subito dopo la scomparsa di Saman, avrebbero confermato ai parenti la morte della figlia.
I congiunti, che sarebbero i soli a conoscere la realtà sulla scomparsa della 18enne, avrebbero continuato a far finta di non sapere nulla e a coprire Nazia e Shabbar.
Saman, dove è il corpo?
Dov'è il corpo di Saman? All'interno delle serre agricole che circondano la cascina dove viveva la famiglia, o altrove? Potrà mai essere trovato? Un video mostra i parenti uscire dalla cascina con arnesi da lavoro la sera prima della scomparsa di Saman. Si è ipotizzato andassero ad occultare il corpo della ragazza, ma i cani molecolari non hanno mai riscontrato alcuna traccia ematica nel terreno.
Solo di recente sono stati resi pubblici i contenuti dell'incidente probatorio durante il quale il fratello minore di Saman ha fatto rivelazioni importanti.
Nel corso della riunione che ha decretato la condanna a morte di Saman, i partecipanti avrebbero deciso anche di come sbarazzarsi del corpo. Lo zio avrebbe detto: "Io la faccio a piccoli pezzi e se volete la porto anche io a Guastalla, la buttiamo là perché così non va bene, lei fa troppe cose, mette i pantaloni, è fuori dalle regole musulmane". Guastalla dista pochi chilometri da Novellara: si ipotizza che il corpo di Saman possa essere stato gettato nel Po. Il codice del delitto d'onore in vigore in Pakistan, prevede che le donne che rifiutino il matrimonio forzato siano uccise, e i loro corpi siano gettati nei fiumi. Ma nessuno degli indagati aveva disponibilità di un'auto, e il fratello avrebbe indicato due cugini non ancora indagati.
Le ricerche sono ferme dal 12 luglio. Claudio Falleti, legale del fidanzato di Saman, ha presentato un ricorso urgente all'Onu perché si riprendano le ricerche, non solo in Italia, ma anche nei paesi europei dove lo zio e l'altro cugino, ancora latitanti, si sono mossi, ovvero Spagna e Francia. Falleti ha chiesto anche che venga lasciato ai genitori di Ayub Saqib un salvacondotto per rientrare in Italia dal Pakistan, perché sono stati oggetto di minacce da parte del potente clan degli Abbas.
Il sogno di una vita libera
Saman desiderava condurre una vita 'a sua immagine', fare le proprie scelte liberamente anziché dover subire obblighi e costrizioni. L'aveva detto lei stessa agli assistenti sociali quando aveva denunciato i genitori.
Aveva raccontato che il padre la picchiava sia quando beveva che quando era sobrio. Non le aveva consentito di proseguire gli studi, finita la terza media, e indebitamente tratteneva i suoi documenti. Ora il padre, così come la madre, sono irrintracciabili.