Gabriele Martinelli ed Enrico Radice, i due preti al centro della bufera mediatica esplosa nel 2017 a seguito di un servizio de Le Iene per presunti abusi all'interno del Preseminario San Pio X, sono stati assolti dal Tribunale Vaticano per l'impossibilità di attestare la natura non consensuale dei rapporti. I fatti risalgono a prima del 2012, quando don Enrico Radice era rettore del Preseminario

I rapporti sono avvenuti, lo stabilisce il Tribunale

Sul fatto che i rapporti tra l’allora seminarista Gabriele Martinelli e i giovanissimi chierichetti del Pio X siano avvenuti, ci sono ormai pochi dubbi.

Ad affermarlo è lo stesso Tribunale, presieduto da Giuseppe Pignatone. La tesi che i ragazzi non gradissero le avance di Martinelli è stata però rigettata in quanto "difetta di prove", ovvero non è verificabile. Nella sentenza emessa il 6 ottobre, il Tribunale ha stabilito che "debbano ritenersi accertati i rapporti sessuali, di varia natura e intensità, tra l'imputato e la persona offesa". Allo stesso tempo, però, "difetta la prova per affermare che la vittima sia stata costretta a detti rapporti dall'imputato con la contestata violenza o minaccia".

Le testimonianze dei presunti abusi

Ad aver fatto esplodere la vicenda quattro anni fa è stato Kamil, un giovane polacco arrivato in Italia da adolescente per approfondire la sua formazione religiosa.

Il giovane si sarebbe ritrovato invece, secondo la sua testimonianza, ad assistere ad atti di abuso sul suo compagno di stanza Marco (nome di fantasia), il quale avrebbe confermato prima ai superiori e in seguito ai media le parole dell'amico. "Di notte, quando i corridoi non erano più sorvegliati da nessuno - dichiara la vittima, all'epoca 13enne - lui (Gabriele Martinelli), veniva nella mia camera, si infilava nel mio letto e iniziava ad abusare di me".

Se inizialmente l'adolescente riusciva a gridare per far allontanare il seminarista, con il passare del tempo si sarebbe sempre più rassegnato a subire le molestie. "In quei momenti pensavo solo al tempo che passava - prosegue Marco in un'intervista - non vedevo l'ora che tutto finisse per tornare alla normalità".

Ritorsioni contro i testimoni

Il motivo della rassegnazione sarebbe attribuito soprattutto ai provvedimenti disciplinari che Martinelli minacciava di adottare per punire chi non avesse obbedito alla sua volontà. Come dicono gli ex alunni del preseminario, il seminarista giovava di un grande potere all'interno dell'istituto religioso, secondo solo al monsignor Radice. Ad essersi uniti a Kamil e Marco nelle accuse contro l'istituto religioso, sono stati poi altri ragazzi, tra i quali Lucio che al giornalista de Le Iene Pecoraro aveva confessato di essere stato pesantemente molestato dallo stesso seminarista. Tutti coloro che hanno tentato di approfondire le indagini, tra cui l'allora padre spirituale Don Marco Granoli, sarebbero stati poi allontanati o messi a tacere.

Il ragazzo polacco aveva raccontato perfino di essere stato cacciato dall'istituto, ritrovandosi solo, in una città straniera, senza un posto in cui dormire.

Rapporti non consensuali, il dubbio rimane

La sentenza di ieri scagiona gli accusati dai reati contestati. Se per il seminarista erano stati chiesti sei anni di reclusione, per Enrico Radice, accusato di favoreggiamento, ne erano stati previsti quattro. Monsignor Radice era infatti rettore del preseminario San Pio X quando sarebbero avvenute le vicende che coinvolgono Martinelli e, pur essendo a conoscenza degli abusi, non avrebbe fatto nulla per impedirli o per allontanare il seminarista dal suo istituto religioso. Entrambi i preti sono stati assolti dal Tribunale Vaticano in quanto per alcuni reati non sarebbero punibili, altri necessitano di una prova concreta ed altri ancora sono caduti in prescrizione. Concluso il primo grado di giudizio, si attende l'eventuale ricorso alla Corte d’Appello.