Dopo 18 giorni di prigionia, la piccola Cleo Smith, quattro anni, è stata liberata dalla polizia australiana: la bambina, scomparsa mentre si trovava con la famiglia nel campeggio di Quobba Blowholes, era chiusa a chiave nella stanza di una vecchia casa situata a pochi metri dall’abitazione dei genitori. Nelle ultime ore tutta l’attenzione si è concentrata sull’uomo che ha rapito la bambina, il 36enne Terry Kelly. Secondo le prime indiscrezioni, si tratterebbe di un tipo solitario e alquanto riservato, amante dei giocattoli e collezionista di bambole.

A indirizzare le forze dell’ordine sulla giusta pista sarebbero stati gli stessi abitanti di Tonkin Crescent: per giorni, diversi testimoni avrebbero notato questo individuo mentre faceva scorte di giocattoli e dolciumi, presumibilmente per Cleo. E proprio questi strani acquisti avrebbero portato la polizia a sospettare di lui, fino alla liberazione della bimba, che era stata reclusa nell’abitazione fatiscente in cui l’uomo viveva da solo con un cane: si tratta della casa un tempo appartenuta alla nonna che lo avrebbe cresciuto.

Il ritrovamento di Cleo: la bimba era seduta sul letto, circondata da giocattoli

Proprio quando le speranze di ritrovarla viva sembravano affievolirsi, Cleo è stata liberata dalla polizia: una volta sfondata la porta, gli agenti hanno trovato la bambina seduta sul letto della camera in cui era rinchiusa, circondata da una decina di giocattoli.

Il rapitore, che si trovava nei pressi della sua abitazione, è stato subito arrestato, mentre la piccola è stata riportata dai genitori, che l’aspettavano a pochi isolati dal luogo in cui aveva vissuto per 18 giorni. In molti ormai pensavano che la bimba fosse protagonista di un caso di Cronaca Nera simile a quello di Maddie McCann, scomparsa la sera del 3 maggio 2007 mentre era in vacanza con la famiglia in Portogallo e mai più ritrovata.

Dal 19 ottobre, giorno della sparizione di Cleo, ben 140 agenti sono stati impegnati nelle indagini, che non hanno escluso nessuna ipotesi sull’accaduto, arrivando anche a mettere sotto la lente d’ingrandimento la famiglia della bambina, soffermandosi in particolare sul padre naturale della piccola e sul patrigno.

Cleo è in buone condizioni di salute

Nonostante abbia trascorso tanti giorni lontana dalla famiglia, la piccola Cleo sembra stare bene. Non appena è stata messa in salvo ha detto il suo nome e cognome a un agente che glielo aveva domandato. Poi è stata accompagnata in ospedale, dove ha potuto incontrare i familiari. Nelle immagini mostrate dai media australiani è apparsa sorridente e tranquilla, subito dopo aver rivisto i genitori. Ellie, la mamma della bimba, ha voluto ringraziare pubblicamente sui social le forze dell’ordine che si sono impegnate nelle ricerche e tutte le persone che hanno fornito informazioni utili a ritrovare la piccola.

Il rapitore di Cleo avrebbe cercato di farsi del male in carcere

Il sequestratore di Cleo avrebbe mostrato l’intenzione di voler collaborare con gli inquirenti; tuttavia, subito dopo essere entrato in carcere, avrebbe tentato di farsi del male, sbattendo la testa contro le sbarre della finestra e la porta della cella. Quindi l’uomo è stato portato in ospedale, per curare le ferite che si era provocato. Sottoposto a perizia psichiatrica, il rapitore sarebbe risultato mentalmente instabile: a quanto pare era già noto alle forze dell’ordine, ma non per reati legati alla pedofilia. Inoltre sarebbe stato molto attivo su diversi profili social, dove mostrava la propria ossessione per le bambole, a cui aveva dedicato una stanza della sua abitazione: aveva perfino inventato di avere una famiglia con figli. Secondo i primi accertamenti della polizia, avrebbe agito da solo.