Papa Francesco ha usato parole molto dure, nell'Angelus del 7 novembre, per descrivere un modo di vita che le persone adottano da sempre. Infatti, usando le parole del Vangelo, ha dato delle indicazioni importanti su uno stile di vita da seguire per essere coerenti nella vita cristiana di tutti i giorni.

Il Santo Padre ha fatto un invito a guardarsi dal culto dell'apparenza

La povera vedova: è il testo evangelico dal quale il Santo Padre ha tratto la sua catechesi. Nel racconto viene evidenziato quello lo stile di vita dei ricchi farisei, che hanno gettato nel cassonetto delle offerte molti soldi, e poi la figura di una vedova e povera, che ha messo quello che aveva, ossia due soldi, tutto ciò che aveva per sopravvivere.

Il Pontefice, nelle sue parole, ha evidenziato che vivere nel culto dell'apparenza non sempre è positivo, perché spesso si cade nell'ipocrisia, un atteggiamento spesso seguito dai più. Infatti apparire è sempre più importante dell'essere, in un mondo dove i social la fanno da padrone, con foto anche un po' oltre il lecito, che mette in evidenza l'essere umano per quello che è, e non invece i valori. L'invito del Papa è quello di “stare attenti a non piegare la fede ai nostri interessi”.

Perché questo appello? È un sistema di vita, come ha detto il Pontefice dal balcone del Palazzo Apostolico, che si riscontra anche oggi, un “atteggiamento brutto” che si vede anche all'interno delle comunità ecclesiali.

Ha condannato con le sue parole il clericalismo, con delle le parole pronunciate dal capo della Chiesa abbastanza emblematiche: “Mai approfittare del proprio ruolo per schiacciare gli altri, mai guadagnare sulla pelle dei più deboli!” Quindi il papa ha invitato i fedeli a non cadere nella vanità, a non sentirsi superiori agli altri perché si occupano dei posti di responsabilità, perché è una tentazione in cui le persone cadono frequentemente.

Il Papa preoccupato per la situazione del Corno d'Africa

È una guerra “dimenticata”, un conflitto che non fa notizia, perché si combatte in quella parte d'Africa, da sempre in eterna lotta tribale. E la recrudescenza di quest'ultimo anno ha fatto sentire i suoi effetti tra la popolazione civile, spesso inerme e senza difesa alcuna.

Per questo motivo papa Bergoglio ha invitato a pregare per il conflitto in Etiopia, che dura da oltre un anno e dove le persone lo vivono con sofferenza.

Inoltre un pensiero anche per la città di Freetown, la capitale della Sierra Leone, dove in periferia è esploso un deposito di carburante che sta mettendo a dura prova i residenti di quella zona. E il ricordo di tre martiri che sono stati aggiunti alla lista dei beati di fatto conclude l'intervento del Pontefice nella consueta preghiera domenicale.