Patrick Zaki, lo studente detenuto per quasi due anni in Egitto, tornerà libero. La decisione è stata presa nel corso dell'udienza di questa mattina, martedì 7 dicembre 2021, nel tribunale di Mansoura. Anche se non è stato assolto e la sua vicenda giudiziaria è tutt'altro che conclusa, nelle prossime ore verrà scarcerato e potrà far ritorno dalla sua famiglia, dopo aver trascorso 669 giorni in prigione.
Zaki, che ha dichiarato di stare bene, ha voluto ringraziare l'Italia per l'impegno e l'interessamento alla sua vicenda. Ma, ripercorriamo nel dettaglio la sua storia.
La storia di Patrick Zaki, studente ed attivista egiziano
Patrick Zaki è nato a Mansoura, in Egitto, il 19 giugno 1991. La sua famiglia appartiene alla minoranza cristiano copta del Paese. Attivista per i diritti umani, svolge attività di ricerca per una Ong egiziana.
Studente in congedo all'università di Bologna, dove stava frequentando un master, voleva far ritorno in Italia dopo una breve vacanza in Egitto.
Appena atterrato in aeroporto al Cairo però, il 7 febbraio del 2020, venne però arrestato dalle autorità egiziane.
L'arresto di Patrick Zaki e le accuse nei suoi confronti
Il 7 febbraio 2020, giorno del suo arresto, Patrick Zaki scompare nel nulla per 24 ore, per poi "ricomparire" il giorno dopo in Procura a Mansura, sua città natale.
Le accuse nei suoi confronti inizialmente erano cinque: minaccia alla sicurezza nazionale, diffusione di notizie false, propaganda per terrorismo, sovversione e incitamento a manifestazione illegale.
Era iniziato così per lui un lungo calvario giudiziario, la cui fine sembra ancora lontana. Stando alle dichiarazioni del suo legale, Patrick in prigione avrebbe subito anche torture e minacce.
La scarcerazione di Patrick Zaki
Anche se le accuse nei suoi confronti non sono cadute, Zaki dopo quasi due anni potrà tornare a casa dalla sua famiglia e la sua fidanzata.
Ripercorrendo la sua vicenda giudiziaria, il 14 e il 28 settembre 2021 si sono tenute le prime due udienze. La sua detenzione è stata più volte prolungata dai 15 ai 45 giorni.
L'unica accusa rimasta in piedi delle cinque è quella di diffusione di notizie false.
In questi mesi non sono mancate le reazioni da parte della comunità internazionale: numerosi comuni italiani gli hanno conferito la cittadinanza onoraria. Questa mattina, 7 dicembre 2021, nel corso della terza udienza è stata decisa la sua scarcerazione.
L’accusa di diffusione di false notizie nel Paese e all’estero non è decaduta e la Corte della seconda divisione del Tribunale di Emergenza per i reati minori di Mansoura – nel nord del Paese – ha stabilito di aggiornarsi l’1 febbraio prossimo