Svolta nelle indagini sul delitto di Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, uno dei capi degli ultrà della Lazio, ammazzato in un agguato il 7 agosto del 2019. Il tifoso, estremista di destra e legato al mondo del traffico di droga, fu raggiunto da un colpo di pistola alla nuca sparato da un sicario vestito da runner – mentre era seduto su una panchina al parco degli Acquedotti di Roma. Qualcuno gli aveva dato appuntamento lì per un incontro, che si era rivelato essere una trappola. Il presunto assassino di Diabolik sarebbe stato arrestato nelle scorse ore su richiesta della Direzione distrettuale antimafia capitolina, che coordina le indagini della Squadra mobile: si tratta di chiama Raul Esteban Calderon.

Con lui è finito in carcere anche Enrico Bennato, che sarebbe stato il sicario di un altro delitto collegato al primo, avvenuto nell’estate 2020 sulla spiaggia di Torvaianica e al quale avrebbe preso parte anche Calderon: quello dell’albanese Shehaj Selavdi.

L’assassino di Diabolik rintracciato anche grazie ai filmati di alcune telecamere

La procura di Roma ha chiarito in un comunicato come, oltre agli elementi raccolti dagli uomini della Squadra mobile e della polizia scientifica sulla scena del crimine subito dopo il delitto, è stato fondamentale per le indagini il filmato di una telecamera presente nel parco, che avrebbe ripreso l’agguato. Infatti, secondo quanto dichiarano i magistrati, le analisi di quelle immagini, effettuate prima dalla Scientifica e poi da un consulente tecnico esterno, hanno fatto emergere una “chara compatibilità” tra l’uomo che nel video spara contro Diabolik e l’individuo indiziato di essere il killer.

Inoltre gli inquirenti si sono avvalsi anche di una serie di intercettazioni che hanno fornito ulteriori elementi di riscontro sull’identità del sicario.

Il delitto del cittadino albanese sarebbe legato a quello di Diabolik

Per gli investigatori il successivo assassinio di Shehaj Selavdi sarebbe legato a quello del capo dei tifosi della curva laziale.

Questo secondo caso di Cronaca Nera è avvenuto con modalità molto simili: due uomini in scooter e a volto scoperto hanno raggiunto l’albanese e gli hanno sparato da breve distanza. Grazie alle testionianze dei presenti e ai filmati delle telecamere di sorveglianza, presenti nei pressi della spiaggia di Torvaianica, si è arrivati a Enrico Bennato, che sarebbe stato accompagnato da Calderon.

Leandro Bennato, fratello del killer, era stato gambizzato in strada tre mesi dopo l’omicidio di Diabolik. All’epoca chi indagava pensò che si trattasse di un secondo agguato contro l’organizzazione criminale capeggiata da Piscitelli, ma adesso sembra che l’assalto all’ultrà sia dovuto a una faida scoppiata all’interno della stessa banda.

Diabolik era a capo di un’organizzazione dedita al traffico di droga

In passato altre inchieste della procura della Capitale avevano dimostrato come Piscitelli avesse uno stretto legame con la malavita albanese e come il capo ultrà fosse coinvolto nel traffico di sostanze stupefacenti. Il nome di Diabolik era già emerso nell’inchiesta “Mondo di Mezzo”, come una figura di primo piano: in particolare l’ultrà aveva avuto un ruolo di garante della pace tra i diversi clan malavitosi di Ostia.

Il suo decesso non ha impedito alle forze dell’ordine di portare a termine l’operazione "Grande Raccordo Criminale", con l’arresto di 51 persone che orbitavano intorno a un’organizzazione di narcotrafficanti. Questa banda sarebbe stata capeggiata proprio da Piscitelli e avrebbe avuto un giro di affari pari a 120 milioni di euro. Quindi l’omicidio del capo dei tifosi sarebbe stato legato a un regolamento di conti all’interno del suo stesso gruppo di malviventi.