Si è spenta il 23 dicembre, nella sua casa di Manhattan a New York, la giornalista e scrittrice americana Joan Didion. Aveva 87 anni e soffriva da tempo del morbo di Parkinson. A causare il decesso, come dichiarato dalla sua casa editrice, sarebbero state delle complicanze legate proprio alla malattia.

"Didion era una delle scrittrici più incisive e astute osservatrici degli Stati Uniti. Le sue opere di narrativa hanno ricevuto numerosi riconoscimenti e sono considerate classici moderni", ha affermato l'editore Penguin Random House, nel comunicato in cui annuncia la sua scomparsa.

La sua vita, dal New Journalism alla sceneggiatura cinematografica

Joan Didion era nata a Sacramento, in California, il 5 dicembre del 1934. Il suo talento per la scrittura, evidente sin dalla giovane età, l'aveva portata a vincere, mentre era ancora una studentessa presso la facoltà di Letteratura della University of California di Berkeley, un concorso organizzato alla prestigiosa rivista Vogue di New York. Qui rimase per due anni, prima come assistente alla ricerca e, successivamente, come copywriter e redattrice.

Nel 1963 scrisse il suo primo romanzo, Run River, a cui seguirono altri quattro successi: Play As It Lays (1970), A Book of Common Prayer (1977), Democracy (1984), The last thing he wanted (1996).

Nella sua carriera collaborò con le più importanti testate americane, dal Saturday Evening Post al News York Times, diventando anche corrispondente dall'estero.

Il suo stile di scrittura così anticonvenzionale la rese, insieme a Tom Wolfe e Truman Capote, tra le più importanti esponenti del cosiddetto "New Journalism", genere di scrittura giornalistica, nato tra gli anni '60 e '70, che mescola narrativa e saggistica.

Scrisse anche varie sceneggiature per il cinema di Hollywood. Tra queste portano la sua firma film quali "The Panic in Needle Park", con Al Pacino nel suo primo ruolo da protagonista e "True confessions" con Robert De Niro e Robert Duvall.

Il dolore per la scomparsa del marito e la malattia della figlia

Una vita segnata da tanti successi e non meno dolori.

Nel dicembre 2003, il marito John Gregory Dunne, giornalista del Time, morì improvvisamente per un attacco cardiaco. La coppia stava tornando dall'ospedale dove la figlia Quintana, adottata quando aveva pochi mesi, era ricoverata in terapia intensiva a causa di uno shock derivato da una polmonite.

Due anni dopo un altro devastante lutto colpì la vita della scrittrice: la figlia Quintana, la cui salute era già compromessa da un ematoma cerebrale formatosi in seguito a una caduta, morì per una pancreatite acuta

Da questa doppia tragedia nacquero due opere: "L'anno del pensiero magico" (2004), sulla morte del marito e sulla fragilità umana, che le valse la vittoria del National Book Award, e "Blue Nights" (2011), dedicato alla scomparsa prematura della figlia.