Mistero a Granarolo dell'Emilia, alle porte di Bologna: all'interno di una quarantina di fusti industriali gialli sono stati ritrovati per caso quelli che sembrano essere dei resti umani e dei feti immersi in un liquido verde. I bidoni erano ammucchiati vicino alla parete di un capannone industriale, in mezzo a vecchi mobili e rifiuti in metallo.

Si sta indagando per cercare di scoprire come i resti possano essere finiti in quel luogo: l'inchiesta è condotta nel massimo riserbo dalla Squadra mobile. Al momento non è chiara la provenienza dei feti: la vicenda è ancora "tutta da verificare", come ha dichiarato al Resto del Carlino il procuratore capo Giuseppe Amato.

La scoperta dei resti umani è avvenuta per caso

Il ritrovamento risale a mercoledì 16 febbraio, quando un ragazzo che per lavoro raccoglie i rifiuti in ferro col suo camioncino è stato invitato a sgomberare un capannone situato nella zona industriale di Granarolo. L'uomo che lo aveva chiamato gli avrebbe proposto di portare via insieme al ferro anche quei bidoni gialli, per "smaltirli da qualche parte".

Tuttavia il giovane, prima di accettare l'incarico, avrebbe chiesto al titolare dell'azienda, che si occupa dello sgombero di cantine e magazzini, di poter visionare il contenuto di quei fusti che riportavano il simbolo dei rifiuti biologici speciali.

Quando il ragazzo ha aperto un barile, rompendo il coperchio, ha visto un feto che galleggiava nel liquido sporco.

Terrorizzato, ha immediatamente chiamato dei poliziotti di sua conoscenza per avvertirli della macabra scoperta dopo aver filmato col suo smartphone la scena, nel timore di non essere creduto.

Le indagini per scoprire chi abbia abbandonato i fusti con i resti umani

Anche negli altri fusti sono stati scoperti dei resti umani, insieme ai feti, tutti immersi in un liquido maleodorante che potrebbe essere formaldeide oppure un'altra sostanza utilizzata nei laboratori per conservare i corpi ai fini della ricerca scientifica.

In pochi minuti, oltre ai poliziotti della Squadra mobile, sono giunti sul posto anche gli uomini della Scientifica e i vigili del fuoco del Nucleo Nbcr, specializzati nei casi di pericolo da contaminazioni batteriologiche, chimiche o nucleari.

L'area è stata posta sotto sequestro, mentre i bidoni sono ora a disposizione dei magistrati.

Immediatamente sono partite le indagini per capire come mai i fusti siano stati abbandonati in quel capannone, in mezzo a immondizia e ferri vecchi, come se si trattasse di rifiuti normali. Inoltre si cercano i responsabili di questo comportamento illecito.

Non è ancora chiara la provenienza dei bidoni che contenevano i resti

Per chiarire la provenienza dei rifiuti, gli inquirenti si sono rivolti anche al personale del Policlinico Sant'Orsola di Bologna, che ha fornito spiegazioni sul ciclo di smaltimento dei resti biologici negli ospedali. Di solito le spoglie sono cremate, mentre nel caso di bimbi non nati, i genitori possono anche scegliere di procedere all'inumazione.

Nel caso in cui un corpo venga donato alla scienza per scopi di ricerca, i resti sono conservati con la formaldeide.

Tuttavia a Bologna normalmente quest'attività, che viene annotata in appositi registri nei quali si segnano tutti i passaggi della procedura, non viene svolta. Quindi, per cercare di scoprire la misteriosa provenienza dei barili, i poliziotti in queste ore stanno ascoltando tutte le persone coinvolte nella vicenda, a cominciare dal proprietario del capannone in cui i fusti erano accatastati.