In seguito all'inizio della guerra in Ucraina, Europa e Stati Uniti hanno deciso di intervenire attraverso l'utilizzo delle sanzioni come il blocco delle riserve della Banca Centrale Russa fuori dal paese per cercare di limitare sempre di più le mire espansionistiche di Vladimir Putin. Sono bastati solo quattro giorni di guerra per far crollare il sistema finanziario della Russia con gli spread sul Rublo che oggi sono aumentati di circa otto volte.
La Banca Centrale Russa ha ritardato di tre ore le contrattazioni: Rublo in calo
Lunedì mattina la Banca Centrale ha ritardato di ben tre ore le contrattazioni (Operazione di compravendita) causando un calo del Rublo.
Per cercare di far fronte a questa difficile situazione economica e per cercare di limitare il crollo del Rublo nei mercati valutativi la Banca Centrale Russa ha deciso di aumentare il tasso di interesse dal 9,5% al 20%, ed ha deciso di motivare la decisione sostenendo che la scelta è dovuta "al cambiamento delle condizioni esterne, di conseguenza questo aumento si è reso necessario per rendere più attraente i depositi".
La valuta russa ora scambia con una forte flessione di circa meno 21% sul dollaro americano dopo che gli Usa hanno annunciato nuove sanzioni nei confronti del fondo sovrano russo e della Banca Centrale Russa. Per spiegare in modo semplice come sta andando a mutare la situazione basta pensare che ad inizio anno in cambio di un dollaro si ottenevano 75 rubli, mentre venerdì scorso se ne ottenevano 83, fino ad arrivare ad oggi, giornata in cui in cambio di un dollaro si ottengono 106,5 rubli.
Inoltre nel corso della giornata di oggi il dollaro è arrivato addirittura a toccare un massimo di 117,5 rubli.
Il punto sui mercati internazionali
La Borsa di Mosca oggi resta chiusa sotto consiglio della Banca Centrale Russa.
In Italia Piazza Affari ha aperto la seduta di lunedì 28 febbraio in forte calo.
Le sanzioni finanziarie inflitte alla Russia spingono le persone a scattare in una "corsa" al dollaro, valuta che attualmente viene vista come bene rifugio.
Gli altri mercati del Vecchio Continente continuano a reggere il momento, facendo registrare poche perdite:
- Parigi -1,3%,
- Francoforte -0,7%
- Londra -0,4%.
- Madrid -0,1%,
- Amsterdam +0,2%.
Banca Centrale Europea: "Sberbanck Europe in probabile fallimento"
Sberbank Europe Group è un gruppo bancario fondato nel 2012 con sede a Vienna, in Austria, ed è sotto il controllo di Sberbank, una società russa a controllo statale.
La BCE ritiene che Sberbank Group e le sue divisioni in Slovenia e in Croazia siano in probabile fallimento a causa del deterrioramento della loro situazione di liquidità. Secondo la Banca Centrale Europea, Sberbank Europe Group non riuscirà nel breve tempo a ripagare i debiti in quanto ha dovuto subire un'uscita di depositi in seguito all'impatto delle tensioni geopolitiche registrate in Ucraina.
Aumenta il prezzo del petrolio, del gas e del grano
Con le nuove sanzioni alla Russia il prezzo del petrolio continua a crescere, con il West Texas Intermediate che cresce di circa il 5,3% con un prezzo pari a 96,47 dollari al barile, mentre il Brent sale a 102 dollari.
Oltre al petrolio vi è da registrare anche un aumento dei prezzi delle materie prime come il grano dato che appunto sia Russia che Ucraina sono grandi esportatori di grano.
Il mais aumenta del +5%, mentre la soia aumenta del +3,9%.
Anche il gas vola alle stelle in Europa restando sopra i 100 euro al Mwh.
In rialzo anche il prezzo dell'oro sui mercati con gli investitori che cercano in ogni modo di trovare dei "beni di rifugio", cioè quei beni che mantengono sempre un valore reale che di solito viene mantenuto anche nei periodi di instabilità geopolitica.