Continuano le indagini sulla scomparsa e sulla morte di Liliana Resinovich, ex dipendente 63enne della Regione Friuli Venezia Giulia. Nelle scorse ore si è presentato in Questura Piergiorgio Visintin, figlio del marito Sebastiano, fotografo 72enne in pensione. L'uomo avrebbe rilasciato agli inquirenti dichiarazioni spontanee. "Non ho mai chiesto denaro - ha puntualizzato - né a Lilly, né a mio padre". Domani, mercoledì 16 febbraio, il programma dedicato alla ricerca di persone scomparse "Chi l'ha visto?" tornerà sul caso di Cronaca Nera.

'Mai chiesto denaro a Liliana'

Nel pomeriggio di ieri, lunedì 14 febbraio, come spiegato dal quotidiano Il Piccolo, Piergiorgio Visintin si è recato in Questura, a Trieste, per rilasciare alcune dichiarazioni spontanee in merito ai suoi rapporti con il padre Sebastiano e con sua moglie Liliana Resinovich. A suo dire, lui e la 63enne non si vedevano da almeno tre anni, mentre con il papà avrebbe avuto solo contatti sporadici. Poi, aggiungendo di non aver mai chiesto loro dei soldi, si è detto "indignato" per le illazioni che, ultimamente, circolano sul suo conto. Le parole di Piergiorgio fanno riferimento alle affermazioni di Sergio Resinovich. Il fratello di Liliana, la scorsa settimana ha depositato in Procura, tramite il suo legale, l'avvocato Luigi Fadalti, una sorta di memoriale in cui "punta il dito" contro il cognato Sebastiano Visintin e suo figlio.

Il memoriale del fratello di Liliana

Liliana Resinovich è scomparsa da Trieste, dove viveva con il marito 72enne, il 14 dicembre scorso. Venti giorni più tardi è stata ritrovata senza vita, avvolta in due sacchi di nylon neri, nel parco di San Giovanni, nei pressi dell'ex ospedale psichiatrico del capoluogo friulano. L'autopsia ha stabilito che la 63enne è morta per "scompenso cardiaco acuto".

Tuttavia non ha chiarito cosa possa averlo causato e, al momento, non si sa se Liliana sia stata uccisa o si sia tolta la vita. La Procura per ora continua indagare, almeno formalmente, per "sequestro di persona" e, al momento, nessun nome è stato iscritto sul registro degli indagati.

I familiari di Liliana, però, non credono all'ipotesi del gesto estremo.

La scorsa settimana Sergio, il fratello della donna, ha trasmesso via Pec, tramite il suo legale Fadalti, una sorta di memoriale in cui spiega perché non pensa che la sorella si sia tolta la vita e fa riferimento a un movente di carattere economico. L'uomo sostiene che a casa di Lilly c'erano tensioni dovute ai soldi. Come riportato da Repubblica, secondo Sergio, Piergiorgio Visintin avrebbe chiesto, insistentemente, denaro al padre. Denaro che Sebastiano avrebbe poi domandato alla moglie. “Il marito Sebastiano e suo figlio - ha confermato Resinovich ai cronisti - avevano sicuramente interessi economici nei suoi confronti".