Maxi operazione della Polizia di Stato a Reggio Calabria: otto persone sono state arrestate per aver coperto e agevolato la latitanza del boss calabrese Giuseppe Pelle. Il boss era stato catturato a Condofuri (RC) nell'aprile del 2018 dagli agenti della Squadra Mobile della città di Reggio Calabria e dagli investigatori del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato. Le persone arrestate sono indagate per favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, reati aggravati dalla circostanza prevista dall’articolo 416 bis del codice penale.

Otto persone arrestate dalla Polizia per aver agevolato la latitanza di Giuseppe Pelle

Grazie a una maxi operazione diretta dalla squadra mobile della questura di Reggio Calabria, sono state arrestate otto persone con l'accusa di aver agevolato e coperto la latitanza del noto boss calabrese Giuseppe Pelle. Fra gli individui arrestati ci sono anche alcuni parenti di Pelle: i figli, il genero, la moglie e un nipote. Questi ultimi avrebbero architettato una rete di protezione attorno al loro familiare, che era stato arrestato nel 2018 a Condofuri, un paesino a pochi chilometri da Reggio Calabria.

Giuseppe Pelle, appartenente alla omonima cosca mafiosa di San Luca (RC), era riuscito a sottrarsi qualche anno fa, precisamente nel 2016, all'esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla procura di Reggio Calabria; il boss sanluchese avrebbe dovuto, infatti, scontare due anni, cinque mesi e venti giorni di carcere per associazione mafiosa.

La latitanza del boss sanluchese e gli incontri con la moglie

Già nel corso della latitanza era stato emesso nei confronti di Pelle un decreto di fermo, successivamente convertito in un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, per alcuni reati, e cioè turbata libertà degli incanti e illecita concorrenza, entrambi aggravati dal metodo mafioso.

Contestato anche il reato di tentata estorsione, anch'esso aggravato dal metodo mafioso. A causa di questi illeciti il boss calabrese Giuseppe Pelle era stato condannato a 18 anni e 6 mesi mezzo di reclusione in primo grado.

Il boss della 'ndrangheta, sebbene fosse ricercato dalle forze dell'ordine, incontrava molto spesso la moglie, che raggiungeva il marito nel cuore della notte, facendo varie soste durante il viaggio e cambiando l'automobile su cui viaggiava.

Grazie, però, al sistema di monitoraggio messo in piedi dagli investigatori, agli inquirenti era stato possibile individuare il luogo in cui Pelle si nascondeva.

Inoltre, era emerso che il latitante ogni giorno all'alba lasciava l'appartamento di Condofuri per trascorrere l'intera giornata all'aria aperta in contrada Mazzabarone per poi rientrare nel suo "rifugio" per cenare e fare qualche ora di sonno.