Carlo La Duca sarebbe stato ucciso dalla moglie 36enne Luana Cammalleri e dal suo migliore amico, il 57enne Pietro Ferrara. I due sarebbero stati a lungo amanti segreti. Dopo tre anni dalla scomparsa dell'imprenditore agricolo 38enne di Termini Imerese, nel palermitano, si scopre che sarebbe stato vittima di un omicidio premeditato e, sulla base delle intercettazioni, che la 'regia' criminale sarebbe stata della donna. L'inchiesta, coordinata dal procuratore di Palermo Marzia Sabella e dai pm Alfredo Gagliardi e Luisa Campanile, ha portato all'arresto a sorpresa, venerdì scorso, 18 marzo, dei due con l'accusa di omicidio e soppressione di corpo.
Trasferiti in carcere, hanno fatto scena muta davanti al gip. A rompere il silenzio, in questi giorni, è stata invece Cetty Mazzola, la nuova compagna della vittima.
La compagna: 'Non sospettavo di loro'
"Non immaginavo fossero stati loro". Dolore si aggiunge a dolore nelle parole di Cetty Mazzola dopo tre anni di silenzio. Il giorno della scomparsa da Cerda, il 31 gennaio 2019, Carlo La Duca avrebbe dovuto raggiungerla nella casa di lei a Cinisi. Lui e Luana Cammalleri si erano lasciati da circa un anno, ma ai fini civili era ancora la moglie in attesa della separazione e vivevano nella stessa casa insieme ai due figli. "Ero tranquilla lo stavo aspettando a casa", ha riferito Mazzola. Ma prima di andare da lei, Carlo aveva incontrato in zona Ciaculli il suo migliore amico, Pietro Ferrara, l'ultima persona ad averlo visto vivo, ora in carcere.
Da quel momento in poi, di lui si sono perse le tracce. I due arrestati avrebbero attirato l’uomo in un terreno e, dopo averlo ucciso, avrebbero portato la sua auto lontano dal luogo del delitto per depistare le indagini.
La compagna di Carlo, come la mamma di lui, Concetta, vuole verità, giustizia, ma soprattutto una tomba per piangerlo perché il corpo ancora non è stato trovato.
"Adesso vogliamo sapere dove lo hanno sepolto, per sua mamma e per i suoi figli, è un loro diritto", ha detto Cetty. Sono in corso scavi proprio nel quartiere Ciaculli alla periferia est di Palermo. Tramite Ferrara e sua moglie Giusy, Cetty ha conosciuto Carlo e ancora li frequentava.
Dopo la scomparsa del 38enne, sia la moglie che l'amico avevano lanciato appelli in lacrime tramite il programma Chi l'ha visto?
affinché tornasse a casa. "È il padre dei miei figli, non potrei mai fargli del male”. “Era il fratello che non ho mai avuto”, avevano detto in trasmissione Luana e Pietro. "Alle lacrime di Pietro ho creduto perché erano amici da sempre: non avevo capito nulla di quel che si stava tramando” sostiene Cetty. A quelle di Luana, no: "Non l’ho mai incontrata, la vedevo solo in tv. Capivo però che mentiva, non ho mai creduto alle sue lacrime. Sapevo che odiava il marito”. Carlo non avrebbe mai sospettato di una relazione clandestina tra Luana e Pietro, "o a me non l'ha mai detto", la conclusione di Cetty.
Carlo La Duca, paure e sogni degli amanti intercettati
Emerge dalle decine di pagine di intercettazioni nell'ordinanza di custodia cautelare del gip di Palermo, Marco Gaeta, che i due definiti 'amanti diabolici', chiamavano Carlo 'la bestia'.
La donna che lo definiva 'becco', nutriva molto risentimento nei suoi confronti. I due vivevano nel timore costante di essere intercettati e controllati, di venire arrestati. "Noi quel giorno non ci siamo mai visti", dicevano. Avrebbero anche avuto utenze segrete per comunicare e avrebbero alzato il volume dello stereo per impedire di essere ascoltati. Avrebbero concordato le dichiarazioni da fare ai pm per depistare le indagini e avrebbero avuto propositi omicidiari nei confronti della compagna ufficiale di Ferrara. Avrebbero concordato anche di dipingere La Duca come una persona poco raccomandabile, quando venivano intervistati dai giornalisti, in particolare durante il programma "Chi l'ha visto?" La donna avrebbe sognato spesso il marito scomparso, anche nelle sembianze di un angelo, ma pure di essere arrestata dai carabinieri, cose a cui gli indagati avrebbero attribuito valenza premonitoria.
I sogni potrebbero essere stati un'invenzione di lei per manipolare l'amante.
Movente del delitto, motivi privati ed economici
"Il movente dell'omicidio emerge con disarmante nitidezza: un coacervo di interessi personali, familiari ed economici avevano reso per Ferrara e per la Cammalleri la morte del La Duca un evento che avrebbe semplificato enormemente il loro progetto di futuro insieme", scrive il gip. Il 38enne sarebbe stato un ostacolo alla relazione clandestina. Dalle indagini si è appreso che Cammalleri aveva denunciato La Duca per maltrattamenti e si stava separando da lui. La vittima era titolare di un'azienda agricola di cui gli amanti avrebbero voluto impossessarsi.