È stato risolto dopo poche ore il giallo della sparatoria avvenuta in via Pasquale Matera a Palermo nella serata di giovedì 10 marzo. Un ragazzo di 20 anni ha ammesso di aver aggredito il padre della fidanzata, sua coetanea: a quanto pare l’uomo da tempo contrastava la relazione tra i due. Quindi, al culmine dell’ennesimo litigio, gli avrebbe sparato due colpi di pistola da distanza ravvicinata ammazzandolo sul colpo. Infatti, poche ore dopo il delitto Alessandro Sammarco, giovane nipote del boss Giuseppe Bronte, si è presentato dai carabinieri, accompagnato dal suo avvocato, per confessare di aver ucciso Natale Caravello, 46 anni: il ventenne è stato quindi arrestato dai militari dell’Arma.

Il padre della fidanzata dell’assassino è stato raggiunto da due colpi di pistola

A dare per primi l’allarme, giovedì sera, sono stati alcuni residenti che hanno notato un uomo a terra in via Matera, nel quartiere Brancaccio. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto per la vittima era già troppo tardi: il 46enne era stato ferito mortalmente alla testa da due proiettili. La polizia lo ha trovato riverso sull’asfalto nei pressi del suo motorino, con il quale era arrivato nel luogo della sparatoria. Nonostante le apparenze, gli inquirenti si sono dimostrati fin da subito scettici sulla pista dell’agguato mafioso. In effetti, come ha riconosciuto il 20enne, il movente del delitto è legato ai continui dissidi tra il giovane e il padre della sua fidanzata.

Il 20enne si è costituito e ha confessato di aver ucciso il padre della sua ragazza

Nella tarda serata di giovedì il 20enne si è recato nella caserma Carini dei carabinieri e ha fornito la propria versione dei fatti. Il ragazzo è stato interrogato dagli uomini della squadra mobile, che indagano sul caso, e dal pm Gianluca De Leo: avrebbe ammesso ogni responsabilità, parlando anche del movente.

Infatti da tempo i rapporti col padre della fidanzata erano tesi, perché l’uomo era fermamente contrario alla relazione. Anche altri conoscenti e parenti della vittima, sentiti come testimoni, hanno confermato come fossero continui i litigi tra i due: l’ultimo diverbio sarebbe quindi stato fatale per il 46enne.

Il giovane ha ammazzato il padre della fidanzata con due colpi sparati a bruciapelo

Restano ancora diversi punti da chiarire sul delitto. Il ragazzo ha sostenuto di aver incontrato casualmente il padre della fidanzata; tuttavia era armato al momento del litigio. Il 20enne si sarebbe difeso spiegando che andava in giro con una pistola proprio perché temeva di essere aggredito dal 46enne, ma questo suo racconto non avrebbe trovato nessuna conferma. Inoltre il giovane avrebbe detto di aver sparato per difendersi, senza mirare: eppure la dinamica del delitto ricorda quella di una vera e propria esecuzione. Infatti la vittima sarebbe stata raggiunta da due colpi alla testa, sparati a bruciapelo. Al termine dell’interrogatorio, il sostituto procuratore De Leo ha disposto il fermo del ragazzo, che è stato accompagnato in carcere.