Dopo aver ucciso Anselmo Campa, 56 anni, padre della sua ex ragazza, Hamedi El Makkaoui (chiamato da tutti Luca), 22 anni, ha anche fatto le condoglianze ai suoi familiari. Nelle scorse ore, il ragazzo ha confessato di aver ucciso, nel suo appartamento di Grumello del Monte (Bergamo) l'imprenditore.
Secondo gli inquirenti che si stanno occupando del caso di cronaca nera, dietro il delitto ci sarebbero contrasti legati a un'auto che l'uomo aveva dato in uso al ragazzo.
Le condoglianze del 22enne
Dopo un lungo interrogatorio Hamedi El Makkaoui ha confessato, davanti ai carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo, di aver ucciso con una martellata alla testa Anselmo Campa, titolare di una ditta specializzata in finiture di metallo avente sede a Cologne (Brescia).
Il ragazzo, operaio, per diversi anni era stato legato sentimentalmente a Federica, figlia 21enne dell'imprenditore.
La giovane, come riportato dal Corriere della Sera, da qualche settimana lavora come animatrice in Egitto, in un villaggio turistico a Sharm El Sheik (sul Mar Rosso). Appreso della tragica morte del padre, era subito rientrata in Italia e, all'aeroporto di Milano, aveva trovato ad attenderla proprio Luca. Il 22enne, in questi giorni, l'avrebbe consolata e le sarebbe stato vicino. Il ragazzo, avrebbe fatto la stessa cosa anche con Sara, mamma di Federica ed ex moglie di Anselmo Campa.
Come testimoniato dal sindaco di Grumello del Monte, Simona Gregis, il reo confesso dimostrandosi dispiaciuto era passato a farle le condoglianze.
"Si sono fidate di lui fino all’ultimo - ha commentato - come ha potuto?".
Il fermo del 22enne
Gli inquirenti, che inizialmente, avevano ipotizzato un tentativo di rapina finito nel sangue, dopo aver eseguito i primi rilievi del caso, hanno iniziato a "stringere il cerchio" intorno ai familiari ed ai conoscenti di Anselmo Campa.
Ad "incastrare" Luca sarebbero state sia le immagini riprese dalle telecamere di sicurezza installate in paese che le testimonianze rese da alcuni amici dell'imprenditore. Presto, infatti, è "saltato fuori" il nome dell'ex fidanzato della figlia, con i quali, da tempo, i rapporti sarebbero stati piuttosto tesi.
Hamedi El Makkaou, ben integrato e senza precedenti penali, messo alle strette dagli inquirenti, dopo essersi contraddetto più volte, è crollato e ha ricostruito davanti al pm Maria Esposito quanto accaduto nell'appartamento di via Nembrini, a Grumello del Monte.
Al momento, si trova ora in stato di fermo in carcere a Bergamo. Nei prossimi giorni verrà ascoltato dal Gip che si pronuncerà sull'eventuale convalida.
Pare che il 22enne non volesse restituire l'auto all'imprenditore
Luca, assistito dall’avvocato Fabio Marongiu, ha ammesso di aver ucciso l'ex "suocero" al culmine di un litigio legato ad una macchina, una Renault Clio rossa, che Anselmo Campa, qualche tempo fa aveva dato al giovane. "L'aveva comprata per la figlia - hanno ricordato gli amici del 56enne - ma la usava lui". Quando i due giovani si erano lasciati, l'imprenditore aveva deciso di riprendersi l'auto e di rivenderla.
"Io - ha raccontato Hamedi parlando degli istanti precedenti al delitto - gli avevo pagato alcune rate e gli ho chiesto di restituirmi i soldi.
Lui, però, ha cominciato a insultarmi dandomi del marocchino di m…a". Secondo il giovane, il 56enne, era solito apostrofarlo con questi epiteti; tuttavia gli amici di Campa hanno affermato. "Aiutava sempre il ragazzo - hanno precisato - è stato abituato troppo bene".
Poi, il 22enne ha accompagnato gli investigatori presso un'area boschiva lungo le sponde del fiume Oglio, nel territorio del vicino comune di Castelli Calepio e ha mostrato loro dove aveva nascosto l'arma del delitto (un martello) e gli abiti sporchi di sangue. Il portafogli e il mazzo di chiavi dell’abitazione di Campa, invece, sono stati rinvenuti nella ditta in provincia di Brescia dove Luca lavorava.